Los Angeles' Skid Row is home to one of the largest homeless populations in the United States. And we found, inside that community, the remarkable and enormously moving stories of Olympic athletes, Harvard attorneys, accomplished musicians, scholars. We found poverty, drugs and mental illness, of course - but more importantly we found life, hope and incredibly powerful human journeys.
Documentario che sottolinea le virtù del minimalismo tramite interviste a persone che rifiutano l'ideale americano del consumismo come fonte di felicità.
Come fanno sette giovani, ex bambini di strada della Romania, a vedere l'Oceano Pacifico? Il 1° dicembre 2008, una nazionale rumena partecipa per la prima volta alla Homeless World Cup a Melbourne, in Australia. Il film segue la squadra dalla formazione della squadra fino alla fine del campionato. I giovani sono di Timisoara e Arad, bambini fuggiti che ora vivono in case abbandonate o che sono riusciti a trovare un lavoro e vivono in alloggi in affitto dopo essere passati per orfanotrofi o prigioni. Dopo essere stati battuti da molte squadre, i giovani rumeni riescono a battere gli USA. Sono felici. Stanno tutti pensando di non tornare mai più a "casa". Qui fa caldo e si sta bene, la gente è gentile. "Nel caso restassi, vi ho baciati tutti!" dice uno di loro con cautela. Ma dopo essersi scattati delle foto sulla spiaggia con l'oceano alle spalle e delle belle ragazze al loro fianco, i sette tornano in Romania e continuano con le loro vite.
Dedicato alla tormentata voce di "Back To Black", Amy Winehouse, include immagini e filmati d'archivio inediti sull'intensa e carismatica artista, scomparsa nel 2011 a soli 27 anni per cause ancora non completamente accertate. Il film restituisce aspetti meno noti della vita della cantante, tutti raccontati attraverso le sue stesse parole e la sua musica.
Dall'infanzia nella piccola Aberdeen, nello stato di Washington, alla morte, che lo ha consegnato e strappato allo stesso tempo alla storia del post rock, il documentario ricostruisce la vicenda artistica e biografica del leader dei Nirvana, Kurt Donald Cobain. Le interviste di rito alla moglie, alla madre e alla sorella, alla prima fidanzata, al compagno di palco Krist Novoselic, non distolgono dalla centralità in cui Morgen tiene fermo il suo oggetto d'indagine, la sua rabbia già infantile, l'impegno nella musica, l'emozione della paternità, la dannazione dell'eroina. Ne esce un Cobain privato, grazie al tanto materiale quotidiano e famigliare a cui il regista ha avuto accesso, che non contraddice però l'immagine pubblica consegnata in vita e testimonia così di un'autenticità rara per una rockstar, che fa certamente parte delle ragioni dell'amore che la sua generazione (e non solo) ha nutrito per lui e per il suo modo di essere, su e giù dal palco.
Mentre la rabbia e il malcontento per l’ingiustizia economica crescono, molte manifestazioni di protesta sono soggette a una repressione sempre più brutale. Partendo da una impressionante raccolta di video amatoriali e di citizen journalist realizzati durante le manifestazioni dei “gilet gialli” in Francia, un gruppo di cittadini di diversa estrazione viene invitato a rivedere e interrogare quelle immagini, a e confrontare le proprie opinioni sull’ordine sociale e la legittimità dell’uso della violenza da parte dello Stato. A vent’anni dal G8 di Genova, e in seguito ai recenti soprusi sui detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, una riflessione lucida e urgente che trova in Italia un’eco particolare, più che mai attuale.