From a historic genocide trial to the overthrow of a president, the sweeping story of mounting resistance played out in Guatemala’s recent history is told through the actions and perspectives of the majority indigenous Mayan population, who now stand poised to reimagine their society.
Un bottone di madreperla incrostato nella ruggine di una rotaia in fondo al mare: è una traccia dei desaparecidos di Villa Grimaldi a Santiago, il grande centro cileno di detenzione e tortura sotto la dittatura di Pinochet. Un fiume che scorre e il tintinnio delle cascate: è la canzone dell'acqua alla base della cultura dei Selknams, popolazione nativa sudamericana trucidata dai colonizzatori. Due massacri, e la memoria dell'acqua: sono le chiavi narrative per raccontare la storia di un Paese e delle sue ferite ancora aperte, per percorrere il Cile e la sua bellezza, il Cile e la sua violenza.
Dall’alba al tramonto, una giornata per viaggiare attraverso il mondo e gli uomini che lo abitano. Baraka racconta l’umanità attraverso immagini di qualità e classe straordinarie, accompagnate da un commento musicale non meno esaltante. Apparentemente privo di alcun filo conduttore, il film svela lentamente il suo intento: mostrare la disarmante bellezza intrinseca nella natura così come nell’uomo, quale essere vivente e quale essere sociale. La religione e il rapporto con la natura (due cose che coincidono, sotto certi punti di vista) sono le chiavi di volta nella comprensione dell’evoluzione spirituale delle varie compagini dell’umanità, anche nei momenti più cupi della sua Storia – l’Olocausto, la povertà delle favelas, la cementificazione selvaggia. Un’opera incantevole, emozionata ed emozionante. Come la vita stessa.
Mikizi Migona Papatie parla della sua realtà vivendo nella comunità Anishinaabe di Kitcisakik e ci mostra il lato umano della tossicodipendenza raccontato attraverso le parole dolorose e piene di speranza del 27enne.
Questo documentario denuncia gli effetti letali dei rifiuti industriali al centro dello scontro tra le comunità minoritarie della Nuova Scozia e le autorità canadesi.
Nel 1965, con un colpo di stato, l'esercito depone il governo indonesiano. In meno di un anno chiunque si opponga alla dittatura militare viene accusato di comunismo e trucidato con l'appoggio della Gioventù di Pancasila. Appartenenti ai sindacati e alla minoranza etnica cinese, contadini privati della propria terra e intellettuali sono giustiziati dai paramilitari e da piccoli fuorilegge dediti al bagarinaggio di biglietti del cinema presto elevati allo stato di killer spietati. Gli assassini di ieri oggi sono uomini benestanti che hanno accettato di ricreare le scene delle loro torture e esecuzioni, adattandole ai generi cinematografici preferiti: western, musical e gangster movie.
Indonesia: tra il 1965 e il 1966 il generale Suharto prende il potere e dà il via a una delle più sanguinose epurazioni della Storia. Con la complicità e il supporto dell'esercito indonesiano, gruppi para-militari massacrano oltre un milione di persone, tra comunisti, minoranze etniche e oppositori politici. Nato nel 1968, Adi non ha mai conosciuto suo fratello, mutilato e ucciso barbaramente da alcuni membri del Komando Aksi nell'eccidio del Silk River. Il regista Joshua Oppenheimer, che già aveva rotto il silenzio sul genocidio indonesiano con il suo acclamato The Act of Killing scioccando pubblico e critica di tutto il mondo, porta Adi a incontrare e confrontarsi con i responsabili di quell'atroce delitto, in un percorso che ha come obiettivo quello di tutti i grandi viaggi: la ricerca e l'affermazione della verità.
Nel deserto di Atacama in Cile, gli astronomi scrutano in profondità nel cosmo alla ricerca di risposte in merito alle origini della vita. Nelle vicinanze, un gruppo di donne setaccia la sabbia alla ricerca di parti del corpo di persone care, fatte sparire senza tanti complimenti dal regime di Pinochet.
Per molti anni il regista Rithy Panh ha cercato una fotografia scattata tra il 1975 e il 1979, periodo in cui in Cambogia detenevano il potere i Khmer Rossi. Convinto che una fotografia, nonostante non sia la prova concreta di un omicidio di massa, permetta di pensare a molte cose, di meditare e di riscrivere la Storia, l'ha ricercata invano negli archivi, tra vecchi documenti e nelle campagne della Cambogia, arrivando alla conclusione che sia andata persa. Ha deciso così di ricorrere al cinema restituendo non uno scatto o la ricerca di una sola fotografia ma l'immagine di una ricerca.