Narrato in inglese da David Attenborough, questo documentario mostra come il lockdown abbia dato la possibilità alla natura di riprendersi e prosperare. Mari, cieli e terraferma: nel momento in cui ci siamo fermati, il nostro pianeta ha ritrovato il suo ritmo.
Il film non ha né trama né dialogo. Si tratta di un collage di vari filmati, spesso accelerati o rallentati, che vogliono principalmente raffigurare lo sviluppo della civiltà attuale così come la conosciamo noi. Il film guida lo spettatore attraverso un viaggio che inizia con la natura per passare successivamente all'intervento dell'uomo e diventa sempre più frenetico, il tutto sottolineato da una colonna sonora minimalista.
Che gli oceani abbiano bisogno di “aiuto” è ormai noto. Ma tanti ignorano le conseguenze negative che potremmo subire per colpa dell’inquinamento dei mari. È quello che ha pensato Yann Arthus-Bertrand, fotoreporter e presidente della GoodPlanet Foundation, quando ha deciso di realizzare Planet Ocean, il documentario che racconta i problemi che affliggono le acque del pianeta. Divenuto celebre per i suoi scatti aerei, che ritraggono dall’alto favelas, città fantasma e cimiteri di antenne satellitari, Arthus-Bertrand nelle sue opere mette in luce l’immensità della Terra e delle creazioni umane e le contraddizioni che questa interazione può generare. La GoodPlanet Foundation, in collaborazione con Omega, ha girato il pianeta per mettere insieme panorami ad alta quota e incursioni subacquee ravvicinate. E mentre le immagini rivelano un universo di dettagli in alta definizione, la storia del “Pianeta Oceano” si dipana tra osservazioni attente e l’ombra di un futuro minacciato dall’uomo.
David Attenborough e lo scienziato Johan Rockström analizzano il collasso della biodiversità sulla Terra e in che modo questa crisi possa ancora essere evitata.
Dopo aver letto un report pubblicato da un gruppo di scienziati sulla rivista Nature nel 2012, che ribadiva la necessità di correre ai ripari, perché il nostro pianeta non può sostenere ancora a lungo l'attuale ritmo di sfruttamento delle sue risorse, e le conseguenze ambientali minacciano niente meno che l'estinzione della specie umana per come la conosciamo, Cyril Dion e Mélanie Laurent hanno deciso di intraprendere un viaggio in cerca delle possibili soluzioni.
The White Planet o in italiano,Il Pianeta Bianco, è un documentario del 2006 sulla fauna della regione artica. Vedrete le interazioni tra animali marini, uccelli e animali terrestri, in particolare l'orso polare, durante lo scorrere di un intero anno. Preservare la fragilità del Artico aiuterebbe a contenere il cambiamento climatico. E 'stato nominato per la categoria Documentary nel 27esimo Genie Awards nel 2007.
Uno sguardo sconvolgente e straziante sugli attivisti per gli orsi grizzly Timothy Treadwell e Amie Huguenard che morirono nell'ottobre del 2003 mentre vivevano presso gli orsi grizzly in Alaska.
Sono centinaia di migliaia i gatti turchi che vagano liberamente per la metropoli di Istanbul. Da tempo immemorabile gironzolano, entrando e uscendo dalle vite degli abitanti, diventando una componente essenziale delle tante comunità che rendono unica la città. Vivono tra due mondi, quello selvaggio e quello domestico, portano gioia e voglia di vivere alle persone che scelgono di adottarli. A Istanbul i gatti incarnano il caos e la cultura della metropoli dalle diverse anime che Ceyda Torun racconta attraverso lo sguardo dei felini.
Born to Be Wild 3D è un mediometraggio americano del 2011 incentrato sulla storia di oranghi ed elefanti orfani. È stato diretto da David Lickley e scritto e prodotto da Drew Fellman. È stato distribuito negli Stati Uniti dalla Warner Bros. Pictures e da IMAX Pictures. Il trailer è stato reso pubblico nel Dicembre 2010 durante la proiezione del film L'Orso Yoghi. Il film è stato distribuito l'8 aprile 2011. E' narrato da Morgan Freeman