Di Kevin Smith sappiamo bene che non si è mai ripreso dal primo (e unico) grande successo di Clerks. La storia delle disavventure dei due giovani cassieri di provincia si è trasformata nel tempo in una sorta di franchise segnato da personaggi-mascotte e arricchito di volta in volta da attori famosi (In cerca di Amy), deliri pseudo-apocalittici (Dogma), parodie demenziali (Fermate Hollywood) e sequel ufficiali (Clerks 2). Se con quest'ultimo, Smith si è congedato ufficialmente dal nostalgismo per la fine del XX secolo, adesso, dopo aver scoppiato la coppia di spacciatori Jay e Silent Bob così come quella dei due commessi Dante e Randal, ne forma subito una nuova e bene assortita per proiettarla verso uno dei fenomeni indubbiamente più significativi dell'era 2.0: l'esplosione della pornografia amatoriale. E per apparire ancor più connesso al contemporaneo, scrittura il più popolare attore comico sotto i trent'anni e un'attrice bella e simpatica quanto basta a produrre una tensione sessuale. Da questo punto di vista, Seth Rogen ed Elizabeth Banks sono una coppia perfetta: sboccati, cialtroni e divertenti, tanto che Zack & Miri potrebbe ambire ad essere un Harry, ti presento Sally al tempo della precarietà creativa. E invece, di questa alchimia fra comicità e sensualità, Smith utilizza solo la grana grossa e si diverte a giocare con la componente più greve e ritrita. Certo, è vero che tanto il porno che le commedie romantiche condividono un'idea alquanto precisa di "lieto fine". Ma nel mettere assieme il sentimentalismo e la pornografia, i "sette veli" di pudicizia della commedia romantica con un linguaggio disinibito e una sessualità esplicita, Smith non punta affatto sulla convergenza e la negoziazione, ma sugli estremismi di ognuno dei due generi.
Così, l'immaginario a luci rosse diventa il pretesto per creare infiniti giochi di parole a sfondo sessuale (per cui la saga di Star Wars diventa "Star Whores" e i personaggi di Lucas trovano una loro storpiatura erotomane) e per liberare gag scatologiche senza riserva; mentre la componente affettiva segue tutte le fasi standard della più tipica commedia sdolcinata. È vero che, quando si parla di porno, non è proprio la storia quello che conta. Ma ciò non significa che si debba sempre godere di quel che si vede.