Un'esplorazione della fluidità sia nel movimento che nella corruzione. L'acqua, sempre mutevole e senza forma, diventa il concetto guida: il suo movimento riecheggia nella distorsione dell'immagine. I glitch si increspano e scorrono come liquidi, mescolando la distruzione con un ritmo organico, quasi naturale. Per la prima volta nella serie Interludes, emerge il suono: il flusso costante di acqua da un lavandino, che radica il caos in qualcosa di tangibile, ma ugualmente transitorio.
Un bottone di madreperla incrostato nella ruggine di una rotaia in fondo al mare: è una traccia dei desaparecidos di Villa Grimaldi a Santiago, il grande centro cileno di detenzione e tortura sotto la dittatura di Pinochet. Un fiume che scorre e il tintinnio delle cascate: è la canzone dell'acqua alla base della cultura dei Selknams, popolazione nativa sudamericana trucidata dai colonizzatori. Due massacri, e la memoria dell'acqua: sono le chiavi narrative per raccontare la storia di un Paese e delle sue ferite ancora aperte, per percorrere il Cile e la sua bellezza, il Cile e la sua violenza.