A documentary chronicling the shared experiences of prominent former child stars and the personal and professional price of fame and failure on a child.
Al “Boston Globe” nell’estate del 2001 arriva da Miami un nuovo direttore, Marty Baron. E’ deciso a far sì che il giornale torni in prima linea su tematiche anche scottanti, liberando dalla routine il team di giornalisti investigativi che è aggregato sotto la sigla di ‘Spotlight’. Il primo argomento di cui vuole che il giornale si occupi è quello relativo a un sacerdote che nel corso di trent’anni ha abusato numerosi giovani senza che contro di lui venissero presi provvedimenti drastici. Baron è convinto che il cardinale di Boston fosse al corrente del problema ma che abbia fatto tutto quanto era in suo potere perché la questione venisse insabbiata. Nasce così un’inchiesta che ha portato letteralmente alla luce un numero molto elevato di abusi di minori in ambito ecclesiale.
Il 5 ottobre del 2017, il "New York Times" pubblica l'inchiesta di Jodi Kantor e Megan Twohey sui crimini sessuali di Harvey Weinstein, produttore cinematografico e predatore seriale, riconosciuto colpevole nel 2020 e condannato a ventitré anni di prigione. Per tre decenni il fondatore della Miramax ha abusato di attrici e assistenti, decidendo dei loro destini come un volgare aguzzino. Disposte ad andare alla fine del mondo per una testimonianza, le due giornaliste, campionesse del multitasking, ricostruiscono la strategia impiegata da Weinstein per coprire i suoi abusi: ridurre le sue vittime al silenzio a colpi di grossi assegni e inestricabili accordi di riservatezza. Precedendo di qualche giorno il reportage di Ronan Farrow sul "The New Yorker", Kantor e Twohey scuotono Hollywood e cambiano il mondo.
New York, anni '70. Determinato a uscire dall'ombra del potente padre e a farsi un nome nel settore immobiliare di Manhattan, l’aspirante magnate Donald J. Trump agli inizi della sua carriera incontra l'uomo che diventerà una delle figure più importanti della sua vita: il faccendiere Roy Cohn. Vedendo del potenziale in Trump, il controverso avvocato — che aveva ottenuto le condanne per spionaggio contro Julius ed Ethel Rosenberg e aveva investigato sui sospetti comunisti insieme al senatore McCarthy — insegna al suo nuovo allievo come accumulare ricchezza e potere con l'inganno, l'intimidazione e la manipolazione mediatica. Il resto è storia.
1964, Irlanda. Giovani donne, ragazze-madri, violentate, orfane o solo troppo "vivaci", vengono rinchiuse dai familiari in uno dei conventi Magdalene gestiti dalle sorelle della Misericordia. Le ragazze, per espiare i loro peccati, sono costrette a lavorare fino allo stremo delle forze e a subire percosse e ogni genere di violenza psicologica se non ubbidiscono agli ordini delle suore. Il film racconta la storia di quattro giovani vittime e sono, purtroppo, storie vere. Peter Mullan, dopo un film sopra le righe come Orphans, sceglie un registro molto più realistico e ci parla di ognuna di loro con lo stile di una camera a mano che rende ogni inquadratura cruda e dolorosa. Lo fa con la sensibilità e la partecipazione a un destino segnato dalle convenzioni sociali e morali che negano il rispetto, la Fede e la libertà.
La Hollywood degli anni '30 è rivalutata attraverso gli occhi e la graffiante ironia dello sceneggiatore alcolista Herman J. Mankiewicz mentre termina "Quarto potere".