Primo film del 2012 a superare la fatidica soglia dei 100 milioni di dollari d'incasso in America - ottimo risultato, visto che il budget di produzione non ha superato i 30 - l'esordio alla regia di Michael Sucsy si presenta come il più classico dei dramedy contemporanei, deciso a sfruttare fino in fondo il romanticismo dello spunto di partenza e il glamour dei due protagonisti Channing Tatum e Rachel McAdams.
Quello che funziona più di tutto nella prima parte è l'ambientazione, una Chigaco elegante ma non ostentata, teatro moderno e funzionale per una storia che procede spigliata e interessante nelle premesse; a sorreggere la sceneggiatura comunque ben calibrata è un Channing Tatum sorprendentemente divertente e molto più efficace rispetto alle sue ultime apparizioni sul grande schermo. È lui l'anima del film, la figura con cui il pubblico può empatizzare, non soltanto perché il suo ruolo è quello di chi realmente soffre, ma anche perché al contrario il ruolo di Paige è descritto in maniera piuttosto imprecisa, troppo sospeso per poter diventare un carattere ben definito seppur nelle sue mancanze. Ad interpretarlo con poco spessore è poi una Rachel McAdams che sta subendo un preoccupante processo di regressione, sia come attrice che per quanto riguarda il suo appeal: rispetto a prove passate come quelle fornite in Le pagine della nostra vita o 2 Single a nozze la trentatreenne attrice canadese appare quasi totalmente mancante della dolcezza e del fascino che l'avevano lanciata.
Tra scene ben scritte, alcune gag divertenti e momenti appositamente costruiti per intenerire, La memoria del cuore si sviluppa in maniera scorrevole fino a un finale che non riesce ad evitare qualche retorica di troppo. Un altro punto a sfavore della messa in scena di Sucsy è che, vista la precisa volontà di voler evitare scene eccessivamente pompose e strappalacrime - scelta comunque condivisibile -, non realizza però nessun momento capace di rimanere veramente impresso nella memoria dello spettatore.
Alla fine del film si rimane pervasi dalla strana sensazione di aver assistito a un prodotto di genere costruito con discreta lucidità ma che non ha regalato quell'attimo in cui il sentimento rompe gli argini della tenerezza per diventare invece vero melodramma. La memoria del cuore, pur con tutti i suoi limiti, è tuttavia un film più che accettabile.