L'oro da sempre è una calamita potente capace di attrarre masse di diseredati e ancora oggi, come ci hanno mostrato con efficacia le foto di Salgado (qui citate), è in grado di allestire bolge infernali che purtroppo non si collocano nell'aldilà. La febbre che provoca in questo caso non è quella di matrice chapliniana ma fa comunque alzare la colonnina di mercurio del mercato azionario coinvolgendo operatori attratti da un miraggio che ha i contorni della realtà. Al centro una coppia. Da un lato Edgar Ramirez/Michael Acosta che ha tutte le caratteristiche, anche fisiognomiche, dell'uomo per cui l'avventura e la scoperta di nuovi territori da esplorare costituiscono il senso della vita. Dall'altro Matthew McConaughey/Kenny Wells che, con una pancia da dieta di patate e birra per un mese e mezzo, costruisce uno di quei personaggi border line che tanto gli piacciono con un'adesione che sprizza da tutti i pori il piacere per ogni singola inquadratura.
I due, con il circo finanziario che inizia a girare loro attorno, offrono l'occasione per una riflessione su come il mondo dell'economia non solo da oggi (qui siamo negli anni'80) sia affidato a 'esperti' apprendisti stregoni che come il Mickey Mouse di Fantasia creano più danni che vantaggi. Si potrebbe sostituire la shakespeariana 'vita' con la parola economia per poi proseguire con: "è un racconto narrato da un idiota, pieno di strepito e di furore, senza alcun significato" (Macbeth) senza timore di sbagliare. Un'ultima annotazione: nel film c'è una scena di McConaughey con un felino che è stata girata l'ultimo giorno di riprese. Non è difficile capire il perché.