Ci sono il ragazzo predestinato, il guerriero mentore e il mago cattivo, qualche altro villain generico e l'immancabile figura della veggente che indica al ragazzo il suo destino. Ossia l'ABC di migliaia di storie fantasy per ragazzi, più asciutto che nei passaggi basilari di Propp sulle fiabe russe. Uno schematismo che non rende minimamente giustizia al complesso universo meta letterario creato da Stephen King nei suoi otto romanzi dedicati alla Torre Nera (ma collegati anche al resto della sua produzione). La colpa d'altra parte sembra essere dello stesso King oltre che degli Studios (la Sony è solo l'ultima ad aver tentato l'impresa), visto che vari e più blasonati autori, come J.J. Abrams e soprattutto Ron Howard, si sono cimentati con il progetto dovendo poi abbandonarlo per differenze creative. La torre nera non è infatti un adattamento dei romanzi bensì ne costituisce l'epilogo, la conclusione definitiva dopo che i libri si erano chiusi dipingendo un ciclo di eterno ritorno, in cui era stata però introdotta la promessa che il ciclo potesse essere spezzato.