Calvin gestisce un negozio di barbiere nel south side di Chicago. Al suo interno vive quotidianamente un'umanità variegata: Eddie, un vecchio barbiere senza più clienti, Jimmy, anche lui barbiere e studente di college, Isaac (il nuovo arrivato), Ricky, un ex galeotto che sta tentando di rifarsi una vita, e Terri, una donna dal carattere forte che, però, non riesce a lasciare il suo fidanzato. Dal canto suo, Calvin ha ereditato dal padre questo faticoso mestiere ma dopo tanto lavoro, con i conti da pagare ed un figlio in arrivo, comincia a vederlo come un peso ed una perdita di tempo. Dopo aver venduto il negozio ad uno strozzino, tuttavia, il giovane comincia finalmente ad intuire la filosofia di vita del padre, la sua eredità morale, e la rilevanza sociale che il negozio riveste per il quartiere. E così iniziano i rimorsi. Calvin inizia a darsi da fare per rimediare il denaro necessario a cercare di ricomprare il negozio.
PG-13
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Costretto al divorzio dalla moglie Dominique (Delpy), parrucchiera francese, perché non consuma più il matrimonio, il polacco Karol (Zamachowski) deve rientrare da Parigi in Polonia dove, dopo essersi arricchito, architetta un perverso marchingegno per vendicarsi della donna. 2° film della trilogia sui colori della bandiera francese (bianco = uguaglianza), scritta, come Dekalog, con Krzysztof Piesiewicz (vi hanno collaborato anche la regista Agnieszka Holland, Edward Zebrowski e il direttore della fotografia Edward Klosinski), a differenza degli altri due film di timbro drammatico, è una commedia crudele che inclina al grottesco. A un livello di logica psicologica, appare qua e là sforzata e artificiosa con qualche espediente facilmente romanzesco.
Commedia romantica dal premio Oscar Susanne Bier (Brothers, In un mondo migliore), su due famiglie molto diverse riunite per un matrimonio in una splendida antica villa italiana.
Cinque donne si incontrano nel colorato e sensuale scenario di un salone di bellezza, e confrontano i loro problemi: Layale è innamorata di un uomo sposato; Nisrine, musulmana, è spaventata dalla prospettiva del suo imminente matrimonio, perché non è vergine; Rima è tormentata dalla propria attrazione verso il suo stesso sesso; Jamale non vuole invecchiare; Rose ha sacrificato sé stessa per occuparsi della sorella maggiore.
In un'anonima città svedese s'intrecciano storie di vite umane alle prese con solitudini e inquietudini, ferocemente ingabbiate in scarse soddisfazioni e mancanze di prospettive future. E allora, in un'atmosfera costantemente rarefatta dalla nebbia densa e dal grigiore metropolitano, si muovono figure diafane, che naufragano all'interno della loro anima incerti su dove andare, cosa fare e perché: c'è la giovane maestra che litiga per motivi futili con il marito, c'è la ragazzina follemente innamorata di un giovane musicista, c'è una donna che sfoga sul compagno e nel bere le sue frustrazioni. Ognuno di loro cerca però di rimanere a galla, di reagire con la musica e con l'autoironia, facendosi quasi caricatura di se stesso e delle sue problematiche esistenziali.
Desperate Housewives racconta le avventure di un gruppo di donne viste con gli occhi della vicina suicidatasi nel primo episodio.
Le storie si concentrano sui problemi la vita familiare, inclusivi di crimini segreti e misteri nascosti dietro una superficie di apparente normalità e perfezione.
Harry Sultenfuss (Dan Ackroyd) è vedovo dal 1961, anno in cui nasce la piccola Vera e in cui sua moglie muore di parto. Harry di mestiere fa l'impresario di pompe funebri, stravede per la figlioletta, ormai undicenne, e non ha nessuna intenzione di risposarsi. Vera è un po' strana, è innamorata di uno dei suoi insegnanti, ha un solo amico , l'occhialuto e timido Thomas (Culkin), e somatizza le malattie di cui sono stati affetti i clienti del papà. Senza contare che è gelosissima del babbo. Così quando Harry comincia ad avvicinarsi a Shelly (Curtis), lei non la prende bene. Jamie Lee Curtis truccatrice di cadaveri è una buona idea. Così come tutto il lato macabro del film. L'altra grande idea è quella di far morire Culkin per la puntura di un'ape. Insomma la storia è un buon racconto di formazione. Quel che non funziona è la regia di Zieff che la butta troppo spesso sul sentimentale.
Pat esce dall'ospedale psichiatrico dopo otto mesi di trattamento con una sola idea in testa: rimettersi in forma e riconquistare la moglie Nikki. Un divieto di avvicinamento lo costringe, però, nel frattempo, in casa con la madre e il padre, che ha perso il lavoro e si è dato alle scommesse, e gli impone degli incontri settimanali con il dottor Patel. A questo punto, la già precaria autodisciplina di Pat viene sconvolta dall'incontro con Tiffany, giovane vedova con una recente storia di dipendenza da sesso e psicofarmaci. In cambio della sua intercessione presso Nikki, Tiffany vuole infatti che Pat le faccia da partner per un bizzarro concorso.
Henry Poole ha scoperto che gli restano solo sei settimane di vita. Decide perciò di abbandonare la sua fidanzata e il suo lavoro per trascorrere i suoi ultimi giorni da solo, rintanandosi fuori città per nutrirsi di pizza, vodka e dolcetti. La scoperta di un "miracolo" da parte di una vicina impicciona disturberà la sua quiete, ma contribuirà anche a restituirgli la fiducia nella vita.
Lui è un misantropo razzista, villano, paranoico, ossessionato da tic e complessi. Ma nella sua eccentrica vita stanno per entrare un pittore omosessuale con il suo delizioso cagnolino e una ragazza-madre che fa la cameriera.
Barton Fink - È successo a Hollywood (Barton Fink) è un film del 1991 di Joel e Ethan Coen, vincitore della Palma d'oro come miglior film al Festival di Cannes 1991.Il personaggio di W.P. Mayhew è basato sul grande romanziere premio Nobel William Faulkner, che scrisse realmente una sceneggiatura sul wrestling all'inizio della sua carriera e che ebbe anch'egli problemi di alcolismo.