Il regista Anand Tucker, alla prima prova nella commedia sentimentale, e gli sceneggiatori (invece già colpevoli per Un amore di testimone) hanno perciò gioco troppo facile nell'opporre la metropoli, luogo dei condizionamenti sociali e dell'apparire per quel che non si è (la protagonista arreda appartamenti da vendere o affittare per renderli più appetibili, salvo poi svuotarli al momento della consegna), e la campagna, che si preoccupa di sporcare (prima) e di togliere (poi) questi abiti per rivelarne l'esclusiva natura di copertura. Poco aggiunge anche l'incomprensione linguistica - che la versione italiana probabilmente appiana - e culturale in genere, che poggia sullo stereotipo dell'irlandese polemico e superstizioso.
Ciò e molto altro nonostante, la commedia non è affatto da buttare. Il personaggio di Matthew Goode funge sì da detonatore nel rompere la rigidità di Amy Adams, ma lei fa esattamente lo stesso, costringendolo al superamento del suo trauma. Nella verde terra di Maureen O'Hara, Anna non condivide con lei molto altro che la chioma fulva, ma entrambi, uomo e donna, sono in qualche modo, anche in questo caso, delle bisbetiche da domare. In virtù di questo coprotagonismo sincero, il film trova ad un certo punto un gradevole equilibrio: parte da un'istanza fintamente femminista (la proposta di matrimonio "concessa" all'iniziativa della donna), passa per l'umiliazione senza sconti dell'eroina e approda, rassicurante, al ristabilimento dei ruoli di genere, ma nel mezzo conosce comunque un piacevole piccolo combattimento. I due giocano, nel doppio senso del verbo inglese "to play": sia fingendo di essere marito e moglie, e recitando dunque una parte, sia giocando il gioco dell'amore, sempre più consapevolmente.
Non mancano, va ripetuto, le cadute di tono, ma c'è spazio per un tocco di classe: Louis - come Declan chiama affettuosamente la valigia di Vuitton della ragazza - diventa un vero e proprio terzo incomodo, simbolo di quel promesso sposo che, man mano che il viaggio avanza, si fa di più e soltanto un peso da portarsi appresso.