Cinque anni e un Oscar fa, Mambo era un piccolo pinguino col vizio del tip tap e alla ricerca della propria iniziazione alla vita. Ballerino in un mondo di cantanti virtuosi, Mambo cresce e diventa padre di un pinguino altrettanto 'diverso' ma altrettanto ostinato a realizzarsi. A 'formare' il giovane Erik ci pensa ancora una volta George Miller, produttore, sceneggiatore e regista di animali che pensano e agiscono come persone. Come fu per Babe, maialino coraggioso che voleva diventare cane pastore, per l'anatra che si sognava gallo, per il pinguino che studiava da ballerino, allo stesso modo Erik aderisce alla poetica dell'autore australiano 'differenziandosi' e divergendo dalla 'legge' del gruppo di appartenenza. Ma se per Mambo la danza era un'inclinazione naturale e irrinunciabile dentro una società gerarchizzata dove il suo cambiamento diventerà strumento di riconoscimento, per suo figlio le cose sembrano andare diversamente. Erik vuole modificare la propria natura e vive la propria 'pinguinità' come un limite. Ma davvero senza ali non si può volare? Più adolescenziale che infantile, 'il ragazzo' disobbedisce tenacemente. La sua indisciplinatezza sfida le competenze paterne e cerca altrove, in un 'pulcinella' (di mare) qualsiasi, l'esempio da imitare. Saranno l'imprevedibilità della vita, l'onda anomala di uno tzunami e i rovesci di un terremoto a ravvedere Erik e a invitarlo a guardare con sguardo indulgente e finalmente ammirato quel genitore impacciato ma fortemente impegnato a diventare un padre migliore. Diversamente dal passato i papà sono più accudenti e coinvolti nell'esistenza dei propri figli al punto da diventare argomento eletto dell'animazione, che 'disegna' sempre più spesso padri distintivi e amorevoli.
Insieme a Cattivissimo me e Kung Fu Panda, Happy Feet 2 mette in schermo padri adottivi o naturali che producono valori, pongono limiti e insegnano alla propria prole ad affrontare la vita adulta, abbinando alla funzione normativa quella affettiva. Se la Disney con Il Re leone introdusse per prima la 'presenza' paterna, Mufasa, dominante e democratico, resta un genitore incoerente e 'interrotto'. Mambo è padre di un altro 'inverno', di un cambiamento sociale, di una rivoluzione culturale, di una diversa specie, naturalmente portata alle attività di accudimento primario dell'infanzia. 'Covare' il suo Erik ha fatto di Mambo un padre materno che ha rinnovato il concetto tradizionale di virilità e autorevolezza. Il potenziamento della figura paterna non ha depotenziato comunque quella materna di Gloria, madre affettuosa e consapevole dei rispettivi ruoli. Ancora una volta Miller sposa la musica e realizza un ambizioso progetto danzato, riconfermando ecologismo, diversità e tridimensionalità. Tra rock e rap, pop e hip hop, jodel e melodramma (lirico), Erik intonerà la romanza di Puccini ("E lucevan le stelle") facendo rimpiangere la metrica perfetta di Giacosa e Illica, Happy Feet 2 canta e coreografa con meno incisività il palcoscenico antartico. Spettacolare nella profondità dell'oceano e del 3D è invece il mondo di sotto, 'battuto' dai gregari Will e Bill, krill leggiadri che, sviluppando una storia parallela alla maniera di Scrat, si improvvisano predatori e risalgono la catena alimentare. Perché nelle produzioni 'polari' di Miller i pinguini possono volare alto e gli invertebrati eseguire coreografie felpate che 'spaccano'.