Anna Faris (qui nel ruolo di Shelley) viene dalla scuola di Scary Movie. Sa quindi gestire molto bene quel rapporto tra battuta e volto quasi impassibile o ingenuo che era proprio anche del Leslie Nielsen/Tenente Drabin. Il problema però sta nella sceneggiatura che è al contempo così infantile che fa quasi tenerezza pensando che invece vorrebbe contribuire a schiacciare brufoli adolescenziali.
Tutto è prevedibile. A partire dal fatto che Shelley presume di conoscere ciò che gli uomini vogliono ma alla prova pratica ha qualche problema di relazione mentre le fanciulle apprendono rapidamente (compresa la bella Natalie inconsapevole del proprio appeal) ma sono anche in grado di offrire all'insegnante preziosi, anche se differenti, consigli. Suscita più di una perplessità il fatto che Hefner si sia fatto coinvolgere in un film che non si rivolge al pubblico di elezione del suo impero editoriale (contate i nudi e poi mi direte). Se si aggiunge che Fred Wolf fa rimpiangere il Jeff Kanew de La rivincita dei Nerds (con cui ha più di un punto di contatto sul piano della trama) avrete lo sconsolante quadro della situazione. Con o senza orecchie a punta.