Ispirato allo stesso libro da cui Andrei Tarkovski trasse materia per il suo grande film questo remake è la prova definitiva che Steven Soderbergh non riesce più a sperimentare negli stretti ambiti della standardizzazione americana ma ha bisogno di altri respiri tematici e visivi. Ecco allora che confeziona un film troppo cerebrale per il pubblico americano anche se 'spinto' da una star del calibro di Clooney. Ma fa di più: si libera dalla presenza del regista russo (omaggiandolo con la presenza della pioggia che nell'originale era simbolica e qui a volte sembra di occasione) costruendo un finale nettamente divergente dal suo (con qualche accenno anche a Blade Runner) e puntando la sua attenzione sul rapporto di coppia più che sulle ossessioni del collettivo di astronauti. Questo dà nuova linfa alla vicenda e può costituire un'interessante riflessione sulle strategie dei remake.