Il terzo episodio di "Star Wars" si presenta come il più completo e complesso della nuova serie. Lucas avrebbe potuto limitarsi a 'giustificare' gli sviluppi della vicenda così come li abbiamo visti nel mitico "Star Wars", punto di origine della saga, e nei due episodi successivi che si concludevano con le diverse agnizioni: Leia e Luke si scoprivano fratelli e figli di Darth Vader (Fener alle nostre latitudini).
Il regista invece dispiega il racconto con grande potenza visiva, conservando intatto lo stile complessivo ma con alcune profonde differenziazioni. Quasi nessuno spazio viene lasciato a siparietti comici mentre il confronto tra Bene e Male non ha nulla di manicheo. La complessità del personaggio di Anakin Skywalker è lì a testimoniarlo. Dato poi che il cinema, anche e soprattutto quello di fantascienza (per quanto "Star Wars" non possa essere costretto in una gabbia di genere), è figlio del proprio tempo non si può non leggere in controluce una riflessione sull'abuso che viene fatto in questi nostri tempi della parola 'democrazia'. Osservate il duello (non vi diremo fra chi per non sciuparvi la sorpresa) che si svolge nel luogo in cui si riunisce il Senato: è lì che sono in gioco le sorti di una società; è lì che in nome della pace si scatena la guerra; è lì, come dice sconsolata Padmè Amidala, che "La libertà viene abolita tra gli applausi".
Le perplessità suscitate inizialmente da un'operazione che poteva sembrare di puro business sono ampiamente fugate. L'entertainment si unisce alla riflessione. Quindi: Bravo Lucas!