L'ambiguità psicologica di Wayne/Batman diventa finalmente il fulcro di un film a lui/loro dedicato: non poteva essere messo in mani migliori, visto che Nolan, nella sua pur breve carriera, ha dimostrato di avere una somma predilezione per i meandri più fangosi della mente umana.
Questo quinto capitolo della moderna traduzione in pellicola di uno tra gli eroi a fumetti più amati di sempre è di ottima fattura, ed è quasi tutto merito dello stesso regista: Nolan immerge la trama in un'atmosfera cupa ma non barocca; elude abilmente gli stereotipi pacchiani (in agguato ad ogni angolo nei film tratti da fumetti); tiene la tensione grazie a personaggi ben costruiti e non a colpi bassi da seconda lezione del corso di sceneggiatura. A onor del vero la prima parte è un po' farraginosa, ma il film lentamente carbura, fino a chiudere in grande stile con un colpo maestro che lo ricongiunge al primo capitolo diretto da Tim Burton. Un plauso a Nolan, dunque, soprattutto per aver ridato slancio e dignità ad una serie che Schumacher aveva ostinatamente tentato di macellare.
Un'ultima menzione per Bale, ottimo in un cast stellare ma sottotono: finalmente un volto credibile per il Cavaliere Oscuro.