C'è una genesi curiosa dietro questa commedia romantica per pre-adolescenti sognatrici, difficilmente identificabile con le ordinarie produzioni in ciclostile di genere teen. Partito come l'adattamento di un romanzo di Jules Bass che doveva coinvolgere Nicole Kidman e incentrarsi su un gruppo di donne americane in vacanza in Europa alla ricerca di prede facoltose, Monte Carlo ha col tempo aggiustato il suo target dal pubblico di Sex & The City a quello di Disney Channel, puntando su tre giovani celebrità acerbe del panorama televisivo americano e su una favola più melliflua e addestrata. Il risultato di questa completa riscrittura è una commedia romantica con tutti i bassi standard e le alte dosi zucchero del prontuario cinematografico adolescente, ma con un'accumulazione di idee tale da renderla quasi un patchwork narrativo, una villa di Barbie con la tappezzeria ottocentesca. Al suo interno: un trio malassortito che non si lancia in vane celebrazioni dei valori della famiglia o dell'amicizia; un'avventura europea che sposta all'improvviso il suo sguardo trasognante da Parigi a Montecarlo; uno scambio di personalità a senso unico fra povera e principessa dove non c'è redenzione per i ricchi snob e viziati. Ma soprattutto, un romanzo di formazione che da uno si fa trino e segue in parallelo i differenti percorsi delle tre ragazze.
Il regista del natalizio La neve nel cuore si converte allo spirito dell'avventura estiva attraverso la favola di una Cenerentola texana e delle sue due sorellastre di buon cuore, ognuna alle prese con il proprio principe azzurro. Alla più giovane e bonaria Selena Gomez spetta la strada maestra e, oltre al duplice ruolo della cameriera gentile e dell'odiosa ereditiera britannica, anche il cuore dell'aristocratico dall'accento francese. Alle altre due, il destino riserva invece una morale opposta, uguale ma contraria: quella del "no place like home" per la solare Katie Cassidy e del colpo di fulmine, dell'avventurosa romantica, per l'ombrosa Leighton Meester. Si respira quindi un'aria da vecchia fiaba hollywoodiana in Monte Carlo, una tendenza quasi perduta a privilegiare i cambi di scenari e di situazioni come fossero abiti e collane, rispetto ai conflitti con gli antagonisti al fine di creare più movimento e più azione. Un'aria forse un po' troppo stantia per una favola teen contemporanea. Ma a cui si arriva a essere grati per il solo fatto di preferire Grace Kelly a Paris Hilton.