Spielberg sovrintende a un'operazione che sarebbe stata interessante se non soffrisse di ipertrofia. C'è troppo di tutto. Effetti speciali distribuiti a iosa, citazioni cinefile (imperdibili Dan Aykroyd e Clint Eastwood), rimandi disneyani. In tutto questo sovrapporsi di gioco e, talvolta, di farsa, il tema della crescita e della solitudine adolescenziale rischia di perdersi o, quanto meno, di risolversi in una piccola dose di commozione a buon mercato. Forse, come Casper, bisognava sapere scegliere.