La storia del cinema di genere è ricca di 'contro' spesso improbabili (Dracula contro Frankenstein, King Kong contro Godzilla e via combattendo). Questa volta vengono contrapposte due creature relativamente recenti. Una è più famosa e con quattro presenze sul grande schermo all'attivo (Alien) l'altra (Predator) lo è meno essendo giunta nei cinema solo due volte con i film di John McTiernan e Stephen Hopkins. Non è detto che in questa occasione la prevalenza debba per forza essere della specie più famosa e questo è uno degli scarsi elementi di interesse di un film portato sullo schermo da un esperto adattatore di videogiochi. Basta infatti leggere la filmografia di Paul W. Anderson per rendersi conto della sua competenza in materia.
Ciò che colpisce negativamente è l'involontario clima da B-movie che pervade il film e contrasta palesemente con il budget (65 milioni di dollari) messo a disposizione dalla produzione. Perché tutti i personaggi, tranne forse quello interpretato da Lance Henriksen, sono stereotipati e perché l'orrore (quello vero) latita. Questo non è precisamente il massimo per questo genere di intrattenimento.