La trama poggia su un racconto adolescenziale di Besson (più tardi ampliato in romanzo con la collaborazione di Terry Bisson), allineato senza eccessiva originalità al superficiale manicheismo misticheggiante di dimensioni cosmiche che permeava buona parte della produzione letteraria francese di genere fantascientifico di qualche decade fa. Ma da cineasta esperto Besson riesce, con astuta ironia ed indubbio mestiere, a tramutare la sua esile favoletta in un grande successo commerciale, grazie anche ai collaboratori eccellenti di cui si è circondato, dallo stilista di fama mondiale Jean Paul Gaultier che ha realizzato gli originali costumi, a due illustratori del calibro di Jean-Claude Mézières e Jean Giraud (più noto quest'ultimo come Moebius, il creatore della mitica rivista Metal Hurlant), che ne hanno curato le mirabolanti scenografie. E di un fumetto in definitiva si tratta, forse prolisso e certo in debito di ispirazione verso personaggi e pellicole di maggior spessore, e tuttavia assai pregevole, splendidamente confezionato ed impreziosito inoltre da uno stuolo di attori famosi, scelti con occhio attento al mercato anglosassone, che infatti ha promosso a pieni voti questa megaproduzione da 100 milioni di dollari.