"My Socialist Home" is a documentary film exploring the significance of gender in the constitution of domestic space in the socialist and postsocialist state.
Durante una recessione dilaga una droga economica e potente, innescando il panico morale alimentato dal razzismo. Scopri la complessa storia del crack negli anni '80.
Mentre la rabbia e il malcontento per l’ingiustizia economica crescono, molte manifestazioni di protesta sono soggette a una repressione sempre più brutale. Partendo da una impressionante raccolta di video amatoriali e di citizen journalist realizzati durante le manifestazioni dei “gilet gialli” in Francia, un gruppo di cittadini di diversa estrazione viene invitato a rivedere e interrogare quelle immagini, a e confrontare le proprie opinioni sull’ordine sociale e la legittimità dell’uso della violenza da parte dello Stato. A vent’anni dal G8 di Genova, e in seguito ai recenti soprusi sui detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, una riflessione lucida e urgente che trova in Italia un’eco particolare, più che mai attuale.
Il film verte sui legami segreti tra la famiglia del presidente degli Stati Uniti George W. Bush e la famiglia Bin Laden, ponendo l'accento su quelle che, a detta del film, sono state strumentalizzazioni politiche degli attentati dell'11 settembre 2001, con le seguenti campagne militari americane in Afghanistan ed Iraq. Sui legami tra la famiglia Bush e la famiglia Bin Laden, il film cita una serie di fonti che evidenziano come le famiglie Bush e Bin Laden fossero entrambe consociate del Gruppo Carlyle, appaltatore di veicoli militari e oleodotti, che dalla guerra d'Iraq avrebbe tratto grandissimi profitti. Dopo gli attentati dell'11 settembre, la famiglia Bin Laden fu costretta dalla direzione del Gruppo a liquidare le proprie quote. Bush Senior fu Senior Advisor nel Carlyle Asia Board per due anni, e la famiglia Bin Laden nominò nel 1976 James Bath, amico dei Bush, amministratore degli investimenti della famiglia in Texas