Edward Zwick eredita un franchise ancora cinematograficamente giovane, con l'obiettivo duplice di tenere fede ai milioni di lettori della serie di romanzi di origine e di non deludere il sempre più esigente pubblico degli action movie. Il corpo cinematografico per eccellenza dell'action americano, Tom Cruise, comincia ad avvertire il peso degli anni, ma non rinuncia a esibire il proprio corpo e a rimanere al centro dell'azione. Mascherare la vecchiaia diviene l'imperativo di Zwick e del coordinatore degli stunt Wade Eastwood, già con Cruise in Mission: Impossible - Rogue Nation. Il dinamismo di Cruise muta in fisicità, sostituendo alle acrobazie di Ethan Hunt dei corpo a corpo selvaggi, brutali, in cui ogni pugno sembra scagliato dal Bane di Il cavaliere oscuro - Il ritorno (anche se il modello dichiarato è Il braccio violento della legge). Merito di Cruise, che accentua il divario tra lo Hunt di Mission Impossible e Jack Reacher (una montagna umana per statura e peso nella sua incarnazione letteraria), caratterizzando maggiormente il secondo, e del suo antagonista Patrick Heusinger, insospettabile belva da guerra che rende concreta e palpabile la minaccia ai danni della presunta figlia Samantha. Il villain come nemesi dell'eroe, uguale e contraria, sa di espediente ormai stravisto (Skyfall, Mission: Impossible -2, per limitarsi a un paio di citazioni), ma l'atmosfera da B-movie senza particolari ambizioni agevola l'indulgenza.
La prevedibile sottotrama, che insiste sulla natura di lupo solitario di Reacher e quindi sul suo desiderio represso di mettere la testa a posto e sentirsi parte di una famiglia, viene sfruttata il giusto da uno script semplice ma efficace. Sia nelle schermaglie tra Reacher e il maggiore Cobie che tra questi ultimi e Samantha emerge la psicologia di personaggi stereotipati, ma in maniera talmente consapevole (e autoironica) da renderli quasi personaggi di un fumetto di Garth Ennis, comprensibili e apprezzabili nella loro grossolana istintualità.
Se è ovvio come andranno le cose tra buoni e cattivi (non siamo a Hong Kong ma a Hollywood, e il protagonista è Tom Cruise), il vero whodunit, cha mantiene la suspense fino all'epilogo, è il mistero sulla presunta paternità di Reacher, insospettabilmente desideroso di "appendere al chiodo" l'inseparabile spazzolino da denti, anche se incapace di ammetterlo a se stesso.
Finale a New Orleans, con l'ombra di James Bond e Vivi e lascia morire dietro l'angolo, e sensazione di divertimento grezzo ma spensierato. Tutto sommato, obiettivo minimo raggiunto.