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La casa dei fantasmi - The Haunted Mansion (2003)

La casa dei fantasmi (2003)

The Haunted Mansion
99 minutes EN Thriller , Fantasy , Commedia , Famiglia , Mistero
Vi farà morire di paura...se sarete ancora vivi.
Jim e Sara Evers, due agenti immobiliari di successo, sono chiamati per valutare una casa mentre con i figli stanno partendo per un weekend di tutto relax. La decisione di fermarsi nello strano «maniero» dà il via a un’incredibile avventura horror all’insegna di fantasmi, passaggi segreti, streghe…
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Reviews and opinions - La casa dei fantasmi - The Haunted Mansion (2003)
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La famosa attrazione del parco divertimenti di Disneyland
– The Haunted Mansion, per l’appunto – è l’ispiratrice della nuova sfida del regista Rob Minkoff. Minkoff cerca di riportare in scena una versione più moderna e scanzonata della classica e abusata storia d’orrore e fantasy, incentrata su una casa infestata da fantasmi imprigionati sulla terra a causa di una maledizione.
Il film riprende un filone che ha attraversato diverse fasi della storia del cinema. Non si possono dimenticare, infatti, pellicole
– molto più datate – come quella interpretata da Buster Keaton del 1921, e una meno famosa del 1958, in cui la casa è infestata dai fantasmi per via di una maledizione, che costringe i suoi abitanti ad agognare il riposo eterno e tormentare i poveri umani che incappano in quella zona.
Minkoff riesce a dare una versione non particolarmente originale dal punto di vista della storia. Tuttavia emerge molto chiaramente la sua mano nelle ambientazioni e negli effetti speciali, da lui stesso creati. Pensiamo a esempio al bagliore della luna, che rivela al pubblico se il personaggio che hanno di fronte sia un fantasma o meno. Ancor di più, si ha come l’impressione che queste «anime in pena» siano state direttamente «ingaggiate» subito dopo le riprese con i pirati di Johnny Depp.
A farne le spese è soprattutto il pubblico, che può non notare queste somiglianze, ma certamente non può dimenticare una storia che – all’uscita dalla sala – ha deluso ogni attesa.
La casa dei fantasmi non ha nulla a che fare con la brillante ironia e l’originalità di riprendere e stravolgere un genere ben noto, come quello piratesco, de La maledizione della prima luna.
L’espediente di attualizzare e dare una motivazione credibile all’arrivo della famiglia Evers nella casa infestata, facendone una coppia di agenti immobiliari, finisce per non essere efficace, perché accompagnato dai soliti stereotipi sulle famiglie americane in crisi e le maledizioni, di cui possono essere vittime casate nobiliari.
Il film mette quindi in campo le solite situazioni, quali un padre che lavora troppo, una moglie comprensiva che è arrivata al limite della sopportazione, una coppia di figli di cui l’uno –Michael – è un fifone dichiarato, mentre l’altra – Megan – «sa il fatto suo» e non teme nulla.
Una volta arrivati nella casa di Edward Gracey, il «principe» dal cuore infranto, non ci si può aspettare altro che cene sontuose, saloni impolverati e bui, specchi che riflettono tutto fuorché la propria immagine, passaggi segreti.
Neanche il buon Eddy Murphy riesce a impedire allo spettatore di avvertire un retrogusto di «già visto». Nulla può il suo recente successo con L’asilo dei papà. Minkoff lo costringe a fare il verso a sé stesso, riprendendo quell’atteggiamento scanzonato e quella risata – quasi ossessionante e fastidiosa –, che tanta parte hanno avuto nei passati film come Beverly Hills Cop.
Lo spettatore più giovane, abituato alle mirabolanti avventure di Harry Potter e al sentirsi partecipe con il protagonista di un mondo di magia, rimarrà probabilmente deluso.
Tuttavia La casa dei fantasmi rimane un evergreen per famiglie, che ha il pregio di soffermarsi e ribadire alcuni valori importanti. Innanzitutto il coraggio e la fiducia in sé stessi, che ogni bambino dovrebbe acquisire nel passaggio dall’infanzia all’età adulta. Ma, nel contempo, la storia richiama fortemente i genitori al proprio dovere, ossia quello di dedicare tempo e amore alla famiglia al di là di qualsiasi impegno lavorativo. In questo senso, padri e figli vengono messi sullo stesso piano e posti di fronte alle reciproche mancanze. Il tentativo è di mostrare a entrambi le ragioni di alcuni errori, così da rinsaldare l’unità familiare accettando e superando le proprie debolezze e mancanze.
Sebbene quindi il film presenti notevoli lacune e alcune sacche di monotonia, non possiamo tacere il merito dell’intenzione dell’autore di parlare – una volta tanto – alle famiglie, attraverso i loro problemi e momenti di crisi.

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