Il buongiorno del mattino, ottima commedia, firmata dalla sceneggiatrice del Diavolo veste Prada e dal regista di Notting Hill, regala a Harrison Ford uno dei ruoli (e delle interpretazioni) più belli che gli sia capitato di coprire negli ultimi anni e non solo, ma è a Rachel McAdams (e a chi l'ha voluta) che il film è più che mai debitore.
Se il ruolo di Becky fosse stato affidato ad un'attrice più nota, a una star da prima pagina, non gli avremmo mai creduto come crediamo a lei, e Harrison Ford e Diane Keaton sarebbero stati ridotti a due simpatiche macchiette. Qui avviene il contrario, certo: la protagonista si sacrifica per lasciar primeggiare il grande attore, la sua storia d'amore con Patrick Wilson è quanto di più sbrigativo una commedia (anche) sentimentale possa sostenere (per questo Ricomincio da capo, esplicitamente citato, è un'altra cosa, non si pone il confronto), ma i conti tornano, perché l'atmosfera non è quella del filmone super atteso ma della buona commedia, che si farà strada col tempo e con i passaggi televisivi. Non quella della redazione luminosa e elegante di USA Today, appunto, ma quella della tavola rotonda famigliare e disordinata di Daybreak. Che anche la Keaton, poi, si tenga compostamente ai margini, dopo il protagonismo assoluto di Perché te lo dice mamma o Tutto può succedere, è cosa apprezzatissima, che giova a lei e a noi. Jeff Goldbum, infine, svetta; e non è solo una questione di altezza.
Morning glory, come recita con una vena di ironia il titolo originale e migliore, non è un film sull'amore ma un film sull'amore per il lavoro, nel quale il messaggio sull'esito della lotta tra informazione e intrattenimento, tra alta e bassa televisione, può apparire ambiguo e scorretto, ma può anche essere letto come antiretorico e scomodamente sincero.