Alla morte del Taikō Hideyoshi Toyotomi, il designato erede era Hideyori, figlio della concubina Yodogimi (nipote di Oda Nobunaga).
Nel 'Consiglio dei Cinque Reggenti', nominato da Hideyoshi, c'era anche Ieyasu Togugawa, la cui mira era di assumere il comando del Giappone ormai unificato da Hideyoshi. Ishida Mitsunari, con l'amico Maeda Toshiie, cercavano di tenere a freno le sue brame, ma Maeda Toshiie morì, e Mitsunari subentrò al suo posto nel 'Consiglio dei Cinque Reggenti'. Le reciproche insofferenze, portarono Mitsunari e Ieyasu ad uno scontro sempre più palese, nel quale funrono coinvolti i daimyō, che si schierarono per l'uno o per l'altro, mossi da intenti più o meno nobili, ma che finirono inevitabilmente per confluire nella più colossale battaglia della storia del Giappone.
Agli inizi del XVII secolo, il ronin (un samurai senza padrone) Hanshiro Tsugumo, si presenta alle porte della casa Iyi. Chiede che, data sua disgrazia, gli sia concesso un luogo dove commettere suicidio rituale. Con l'intento di dissuaderlo, l'intendente gli narra di un altro ronin, presentatosi qualche tempo prima con la stessa richiesta. Ma un'altra verità si cela dietro la ritualità del samurai...
Durante le lotte per la conquista del potere a Kyoto, nel Giappone del XVI secolo, il principe Shinge Takeda, ambizioso e valoroso, muore. Prevedendo la riscossa dei rivali, trattenuti dalla sua fama, il morente chiede al fratello Nobukado e al figlio Katsuyori, e a tutti i generali del clan, di rimanere nei propri territori e di nascondere la sua morte. Nobukado, trovato un ladro in procinto di venire crocifisso e avendolo salvato per la sua somiglianza con Shinge, convince tutti a farlo passare per il principe morto. "Kagemusha" - che significa: "ombra di Shinge" - accetta per interesse e tenta di approfittare della situazione.
Taketoki Washizu è un nobile a cui viene profetizzata l'ascesa al potere e l'invincibilità fino a quando la foresta non si muoverà verso il suo castello. La profezia si avvera: Washizu, consigliato dalla moglie Asaji, uccide il re ed usurpa il trono, mentre l'amico Miki si impadronisce di un castello. Durante i funerali del re, i guerrieri vengono a conoscenza del delitto e Washizu e Asaji vengono assaliti dai sensi di colpa. Istigato ancora dalla moglie, Washizu esercita ancora di più il suo dispotico potere combattendo contro tutti coloro che lo ostacolano ma, durante un banchetto, l'ombra dell'assassinato gli appare davanti. Intanto una parte del paese si ribella e un esercito marcia contro il castello. Alla fine, Washizu si trova di fronte l'esercito nemico che avanza proteggendosi con i rami degli alberi.
Enishi, il cognato di Kenshin, vuole ancora vendicare la morte di sua sorella avvenuta 15 anni prima per mano del samurai vagabondo che però ha già fatto ammenda per il terribile atto. Ma Enishi è pronto a tutto ed è accecato dalla vendetta anche a sacrificare la propria umanità!
Kenshin Himura è un leggendario assassino pentitosi delle sue azioni e divenuto un ronin, un guerriero errante che offre il suo aiuto a coloro che ne hanno bisogno. Giunto a Tokyo, incontra Kaoru Kamiya, istruttrice di kendo nella scuola aperta dal padre, chiamata Kamiya Kasshin-ryu. La ragazza invita Kenshin a fermarsi presso il suo dojo, ma presto il passato tornerà a tormentare il guerriero...
Il vecchio Saito, conduce il nipotino malato nella clinica di un medico, intento in un trasloco.
Lì, una vecchia foto attira la sua attenzione e risveglia i suoi ricordi.
Di quel samurai, una volta membro della Shinsengumi come lui, non resta che quella foto sbiadita,
ma la sua memoria vive ancora, intensa, nel cuore di coloro che lo hanno conosciuto. Ambientato in un'epoca dove lo scontro tra Shogun e Imperatore dette alla storia una svolta radicale,
è un film struggente ed evocativo, denso dei valori che nonostante tutto, il Giappone non vuole dimenticare.
Nel 1876, il capitano americano Nathan Algren si reca in Giappone per addestrare il primo esercito regolare del Paese, che fino a quel momento aveva basato la difesa dei territori sull'impiego dei samurai. Ora l'Imperatore si prepara a sconfiggere gli ultimi guerrieri rimasti con le sue nuove truppe. Ma quando Algren viene ferito e catturato dai samurai, viene profondamente colpito dai loro ideali e dal senso dell'onore che li guida...
Il samurai Hanshiro si reca presso la casa del clan Ii, che ha a capo il ricco Kageyu, per chiedere l'autorizzazione a commettere suicidio rituale. Kageyu lo informa che ormai accade sempre più spesso che ci siano samurai in povertà che fingono di volersi suicidare solo per poter accedere alle case dei ricchi per chiedere aiuto in denaro. Gli racconta così la vicenda di un giovane samurai, Motome, il quale aveva avanzato la stessa richiesta per poi rivelare di aver bisogno di un aiuto per curare la moglie ammalata e il figlioletto morente. Il clan lo aveva costretto a morire di una morte atroce perché obbligato a suicidarsi con la spada di bambù che aveva sostituito quella metallica venduta per bisogno. Hanshiro ascolta ma poi mostra di conoscere bene quella storia.
Nel 1633 due giovani gesuiti, Padre Rodrigues e Padre Garupe, rifiutano di credere alla notizia che il loro maestro spirituale, Padre Ferreira, partito per il Giappone con la missione di convertirne gli abitanti al cristianesimo, abbia commesso apostasia, ovvero abbia rinnegato la propria fede abbandonandola in modo definitivo. I due decidono dunque di partire per l'Estremo Oriente, pur sapendo che in Giappone i cristiani sono ferocemente perseguitati e chiunque possieda anche solo un simbolo della fede di importazione viene sottoposto alle più crudeli torture. Una volta arrivati troveranno come improbabile guida il contadino Kichijiro, un ubriacone che ha ripetutamente tradito i cristiani, pur avendo abbracciato il loro credo.