Difficile negare al film di Mel Gibson una forza e un impatto fuori del comune. Anche se non siamo di fronte ad un film originale, anzi ad uno dei film più "già visti" della storia del cinema. Sì, perché Gibson costruisce un film di guerra con eroe superiore (perché posseduto da un ideale di ferro dal quale non si sposta nemmeno con le cannonate) come ne abbiamo visti tantissimi in tutta la storia del cinema americano, soprattutto quello più classico (anni Quaranta e Cinquanta). La costruzione, la struttura (la prima metà è delinezione del personaggio, sua storia d'amore, suo addestramento in caserma, la seconda parte è il campo di battaglia con la durezza della guerra piena di sangue e morti, con quell'iperrealismo che a partire da "Salvate il soldato Ryan" di Spielberg non può più mancare), la musica, i personaggi, gli eroismi, la retorica, tutto è classico che più classico non si può. E in questo Gibson sa costruire un prodotto perfetto, che conquista e commuove. Allora, se il Cinema è originalità questo film meriterebbe il voto più basso possibile, se invece è potenza narrativa e capacità di coinvolgere lo spettatore, allora va riconosciuto a Gibson il voto più alto. Dato che il Cinema è sicuramente un condensato di entrambi questi elementi, diamo a Gibson l'onore delle armi e riconosciamo che il suo film è potente e merita. Non sarà un capolavoro, ma è onesto e non ingannerà mai lo spettatore.