Che Serenity fosse un oggetto perfetto per diventare un flop, era in qualche modo scritto: un regista sceneggiatore, Steven Knight, solito a divertirsi con stereotipi e sfide stilistiche (suo lo script di Allied - Un'ombra nascosta di Zemeckis, classicissima spy story hitchcockiana ambientata durante la Seconda guerra mondiale; sua la regia di Locke, un'ora e mezza di conversazione telefonica di Tom Hardy nell'abitacolo di una macchina); due interpreti, Matthew McConaughey e Anne Hathaway, entrambi vincitori di Oscar ma dalla carriera segnata da battute d'arresto e scelte sbagliate; un'ambientazione su un'isola tropicale, con atmosfere sudate e colori accesi, che rimanda immediatamente a un'estetica patinata da softcore anni '80, alla Orchidea selvaggia, per intenderci, o giusto un paio di gradini più in su a The Hot Spot.