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Dark Shadows (2012)

Dark Shadows (2012)

113 minutes EN Commedia , Fantasy
Ogni famiglia ha i suoi demoni
Nel 1752 Joshua e Naomi Collins, insieme al figlioletto Barnabas, salpano da Liverpool, in Inghilterra, in cerca di una nuova vita negli Stati Uniti. Ma neppure l'oceano è sufficiente a sfuggire alla maledizione che ha colpito la loro famiglia. Due decenni dopo Barnabas (Johnny Depp) si è sistemato nella cittadina di Collinsport, Maine. Signore della tenuta Collinwood Manor, Barnabas è ricco, potente ed è un vero playboy, ma compie l'errore fatale di spezzare il cuore di Angelique Bouchard (Eva Green). Angelique è una strega e gli assegna un destino peggiore della morte: lo trasforma in vampiro e lo fa seppellire vivo. Dopo duecento anni la tomba di Barnabas viene inavvertitamente aperta liberando il vampiro nel 1972, in un mondo molto diverso da quello di cui aveva memoria. Barnabas fa ritorno a Collinwood Manor per scoprire che la sua casa è andata in rovina, ma che gli eredi della sua eccentrica famiglia vi risiedono ancora, ognuno con i propri segreti oscuri.
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Reviews and opinions - Dark Shadows (2012)
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Basandosi su una sceneggiatura di Seth Grahame-Smith (l'autore di "Orgoglio e Pregiudizio e Zombie") e sulla serie televisiva di Dan Curtis (1966-1971), Tim Burton realizza con Dark Shadows un film visivamente ricchissimo ma anche pieno di "spirito". Se del regista si è soliti apprezzare la passione per l'inconsueto, questa incursione nel terreno dei vampiri, che dire di moda è dire poco, può lasciare esitanti, ma non solo Burton con questo lavoro torna "a casa", ma dimostra ad ogni inquadratura di essere superiore alle mode, anzi, ad esser precisi, di trovarle curiose.
Mai come questa volta ci troviamo in un mondo popolato di creature simili tra loro, almeno apparentemente. Per ragioni diverse (l'età ingrata, il vizio dell'alcol, la capacità di vedere i fantasmi o la natura vampiresca) i Collins e i loro entourage sono tutti strani, chi più chi meno. Lo sono e basta, come i componenti della famiglia Addams. Ma all'interno di questo mondo e di quest'epoca in cui la bizzarria è quasi la normalità, Burton opera i distinguo che fanno battere il cuore al suo film: perché non tutti i mostri sono uguali e non tutti sono mostri allo stesso modo.
All'horror alla James Whale, al melodramma kitsch e soap-operistico, Burton aggiunge un ingrediente (estraneo all'originale televisivo) senza il quale questo film non sarebbe lo stesso, nemmeno lontanamente: un leggero e purissimo umorismo. Le unghie di Barnabas che testano l'asfalto, la sua brama per la lava rossa nella lampada, la sua perplessità per Scooby Doo, o gli hippies in brodo di giuggiole per Eric Segal, sono la testimonianza del divertimento che Burton ha sperimentato preparando e girando. E noi ci divertiamo con lui, assistendo alla resurrezione dalle tenebre del piacere dello spettacolo cinematografico, lo stesso piacere del ragazzino che gioca a rifare i film mettendoci del suo (e quando si parla di Tim Burton, il "suo" è tantissimo).

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