I fratelli Strause sono tornati per offrire la controprova che non è sufficiente essere ottimi creatori di effetti speciali per potersi anche consentire di considerarsi altrettanto validi registi. I due sono stati supervisor in film come Terminator 3 - Le macchine ribelli, L'alba del giorno dopo, 300, Il curioso caso di Benjamin Button, Avatar solo per citare alcuni titoli. Il loro problema non sta quindi nella capacità di portare sullo schermo elementi nuovi sul piano della resa tecnologica. Su questo versante anche in questo film (in cui avevano a disposizione un budget basso) le cose funzionano.
Quello che non va è la sceneggiatura (se così vogliamo definirla) scritta a quattro mani da Joshua Cordes e Liam O'Donnell, entrambi al loro primo script. Purtroppo si vede e ci si accorge da subito che anche una serie televisiva di medio livello ha dei dialoghi più efficaci e una costruzione dei personaggi più articolata. Tutto (o quasi) risulta prevedibile e quelli che altrove avrebbero potuto risultare quali 'omaggi' (a Jurassic Park, a La guerra dei mondi per restare in area Spielberg o a Independence Day per l'articolazione in giornate e per la reazione a mani nude) qui si riducono a puri e semplici tentativi di portare avanti la storia.
Premi Oscar per gli effetti speciali come Giger e Rambaldi non si sono mai cimentati nella regia di un lungometraggio e hanno fatto bene. Anche perché se ti ritrovi a girare nella casa in cui abiti (il set è l'edificio in cui è collocato l'appartamento di Greg Strause) e per di più stai lavorando come supervisore a un film, sempre su un'invasione aliena, che si chiama World Invasion: Battle Los Angeles qualche problema produttivo ce l'hai già e qualche altro rischi di averlo (per plagio). Ma gli Strause non si fermano dinanzi a nulla e il finale (una delle cose più riuscite del film) fa intravedere la possibilità di un sequel.