Dopo l'equilibrio spettacolar fantastico di De Palma, che firmava MI1,ecco John Woo principe dell'effimero. Tutto deve essere (iper)spettacolo, anche una semplice passeggiata per le vie di Siviglia deve promettere qualcosa di straordinario che non c'è: attraverso il rallenty, per fare un esempio. È il solito cinema esasperato da tensioni e scene madri, che la fa da padrone nel nostro tempo. La prima parte di MI2 è tutta una perdita di tempo. Trucchi e orpelli senza sostanza. Poi il racconto prende a ispirarsi a due fra le più belle storie del cinema, Notorious e Intrigo internazionale. E naturalmente comincia a funzionare. Si tratta di recuperare un virus terribile e il suo antidoto. Entra in azione Ethan Hunt-Cruise, agente dell'impossibile. Il suo passepartout è una ladra internazionale. C'è il cattivone e il suo assistente. Alla fine tutto bene. Cruise è sempre più innamorato di se stesso. Risulta davvero incomprensibile la presenza di questa Thandie (bertolucciana), mulatta senza naso.