Mottola, sceneggiatore del suo film, utilizza i ricordi personali e si identifica con James (un Jesse Eisenberg che abbiamo già apprezzato nell'indipendente Il calamaro e la balena), con le sue incertezze ma anche con le sue aspettative e la sua voglia di vita nuova. Il parco divertimenti in un'America marcatamente reaganiana (il presidente appare anche in tv) diventa così una metafora della vita. Con il bisogno di un'illusione temporanea ma anche con la prepotenza di chi, grazie al possesso di un'arma, pretende e ottiene il peluche più grande. Accanto a lui c'è, già in stato di grazia (non solo per quanto riguarda l'aspetto esteriore) Kristen Stewart. La giovane attrice non aveva ancora girato il film che l'avrebbe resa famosa in tutto il mondo (Twilight) ma era già in grado di offrire una recitazione che dà la misura di come si possa innervare un film di uno spleen tutto particolare. Quello che avrebbe potuto diventare l'ennesimo teen movie corroborato da una colonna sonora ricca di citazioni d'epoca diventa, grazie a lei e ad Eisenberg, un film sulla complessa e non facile ricerca di una felicità possibile.