Ci risiamo. Gli animali preistorici tornano ad invadere gli schermi di tutto il mondo. Da quando mago Steven (Spielberg) li ha tolti dal limbo degli effetti speciali risibili sono risorti a nuova vita. Peccato però che la suddetta non coincida con sviluppi di creatività narrativa altrettanto consistenti di quelli impiegati sul piano tecnologico. Se infatti si fondono con grande abilità paesaggi 'reali' (Florida, Venezuela, Hawaii) con dinosauri e triceratopi più veri del vero manca invece, quasi totalmente, quello scatto che faccia del 'film di Natale Disney' l'evento che in più occasioni è stato. La storia è già vista nel senso pieno del termine. L'accoglienza del nascituro Aladar da parte dei lemuri che cos'è se non Tarzan rivisitato? Ma soprattutto, per chi ha buona memoria, la struttura di base della sceneggiatura è una copiatura con varianti di Alla ricerca della valle incantata. In quel film di Don Bluth il tenero Piedino (erbivoro anche lui) conduceva un gruppo variamente assortito alla ricerca del luogo in cui poter riprendere a vivere. Idem come sopra. Solo che qui non si tratta di disegni ma di personaggi tridimensionali. Manca però tutta una serie di riferimenti 'sentimentali' che costituiscono da sempre parte integrante del narrare disneyano. Ci sono poi, per sovrammercato, diverse scene che possono davvero spaventare un bambino piccolo. E sono presenti sin dall'inizio. Mancano poi, com'era ormai tradizione a casa Disney, le canzoni che fungevano da alleggerimento delle tensioni. Insomma un film quasi 'adulto' che agli adulti ha però poco da dire e che ai più piccoli può non fare bene. Perché è vero che zio Walt ha fatto paura a generazioni intere con streghe come quella di Biancaneve (altro che Blair Witch!) Ma erano paure in qualche modo 'attese'. Qui, quando in una situazione idilliaca di gioco (a pochissimi minuti dall'inizio) dalla foresta sbuca urlante il T-Rex, la situazione è decisamente diversa. E poco piacevole.