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The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo - The Day After Tomorrow (2004)

The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo (2004)

The Day After Tomorrow
124 minutes EN Azione , Avventura , Fantascienza , Thriller
Dove sarai?
Il paleo-climatologo Jack Hall, dopo essere rientrato da un carotaggio antartico, fa un appello al mondo, in particolare al presidente degli Stati Uniti che poco gli da ascolto. Jack ha scoperto che, la continua immissione di acqua dolce negli oceani causata dal progressivo disgelo dei poli, potrebbe causare l’inversione delle correnti, e determinare le condizioni di una nuova glaciazione sulla terra. Non viene data importanza alla notizia e ben presto si verificano delle catastrofi: chicchi di grandine delle dimensioni di un ananas flagellano Tokyo, uragani di una violenza mai registrata si abbattono sulle Hawaii, Nuova Delhi è sepolta sotto la neve, e Los Angeles viene spazzata da una serie di tornadi devastanti. Mentre tutti fuggono in direzione sud, Jack deve riuscire a raggiungere New York travolta da un freddo gelido, per salvare suo figlio Sam che si trova nella Public Library di Manhattan.
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Reviews and opinions - The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo - The Day After Tomorrow (2004)
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CinePops user

Cosa aspettarsi dal regista che tra gli altri ha "firmato" il secondo tempo di Stargate, novanta minuti centrali di ID4 e l'intero Godzilla (ovvero tre delle peggiori performance cinematografiche di sempre)? .Ovviamente nulla di buono, ed infatti il pericolo più grande che corre The Day After Tomorrow, è quello di veder perdere spettatori a causa del preconcetto.
Pare incredibile infatti, ma stavolta, ad Emmerich è riuscito (quasi tutto) bene, e siamo oggettivamente di fronte ad uno dei migliori tra i blockbuster estivi degli ultimi anni e ad una pellicola che riesce miracolosamente ad unire una incredibile ed incontestabile spettacolarità visiva con una insperata e grande profondità sociale e politico/ambientalista.
Inopinatamente, Emmerich spoglia il suo film di ogni patriottismo becero e "sborone": i proclami di Bill Pulmann e Will Smith in Independence Day sono lontani anni luce. I tempi cambiano, e non è più aria di proclami e buonismo generalizzato ma piuttosto, per l'autore, di un veloce ritorno ai temi e ai tempi della sua opera prima, quel Il Principio dell'arca di Noè che aprì brillantemente un lontano Festival di Berlino nel 1984.
Gli effetti speciali surclassano qualsiasi altra produzione a largo budget degli ultimi anni, opere di Lucas e Jackson comprese. La verosimiglianza delle tempeste nelle città ed in spazi "reali" sbalordisce, ridefinendo contestualmente il concetto di computer grafica (come ai tempi fece del resto ID4, ancor'oggi con 7 anni e passa sulle spalle uno dei film più visivamente spettacolari di tutti i tempi) ed immerge lo spettatore in un clima di realismo senza precedenti. In un cinema con schermo grande e sonoro valido, sarete realmente in mezzo alla tormenta e potreste seriamente provare brividi di freddo ed emozione nel momento in cui sorge "l'alba del giorno dopo", pallida ma accecante, che ammanta lo skyline Newyorkese in una candida e soffice coltre di neve.
Una volta raccolta la mascella da terra, lo spettatore potrà apprezzare, altra... novità, anche la buona performance generale degli attori.
Ovviamente come ogni buon disaster-movie (accezione riduttiva stavolta) che si rispetti, il pedale dell'esagerazione è premuto costantemente. Chiaramente, anche The Day After Tomorrow non è scevro da difetti: il manicheismo di fondo è sempre in agguato e Emmerich non approfondisce, pur avendone il tempo, i caratteri dei personaggi che sembrano appena abbozzati (ma fortunatamente lontani dalle marchiane macchiette dei film precedenti). Purtroppo se Emmerich ha acquisito una eccellente padronanza nel settore formale, molta ne deve fare sul piano dei contenuti: la banalità dei dialoghi e la assoluta piattezza di alcuni elementi della sceneggiatura (la love story tra Gyllehal e la Rossum, la cassandresca postura di Quaid, bellamente ignorato dai politicanti di turno), rende poco godibili alcuni tratti della pellicola. Resta sempre l'impressione che il 99% dell'attenzione dei realizzatori del film sia diretta agli aspetti tecnici dello stesso, ma chiedere sensibilità autoriale a chi qualche anno fa dirigeva Maria Pitillo ed uno spaesato Broderick a caccia di lucertole, pare francamente eccessivo.
Che dire? Un'indecenza come Godzilla poteva essere cancellata solo da un evento eccezionale e così e stato : complimenti ad Emmerich ed al suo team e "bentornato nel club".

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