Tratto da una storia di Tom McGowan e Tom Rowe, Gli Aristogatti è il primo film prodotto dalla Walt Disney dopo la morte del fondatore. Si inserisce, tuttavia, nel solco della tradizione di quei grandi classici - anche se non il migliore - inaugurati nel 1937 con Biancaneve e i sette nani. Del resto, il regista e disegnatore Wolfgang Reitherman ha sempre lavorato al fianco di Walt Disney e ne ha ereditato il timone dopo la sua scomparsa. Tradizionale è anche lo stile visivo di questo cartoon: zero computer grafica e sfondi dipinti a mano, per un'animazione raffinata e di grande classe.
Come già avvenuto con La carica dei 101 [1], altro successo di Reitherman, anche in questo film il punto di vista al centro dell'intreccio è quello degli animali, che devono difendersi dalle insidie degli uomini. Avventura, quindi, e un briciolo di suspense, conditi con tanto umorismo, cuore e musica. Quest'ultima, in particolare, gioca un ruolo strategico. Non è solo la colonna sonora il punto di forza del film, con la canzone dei titoli di testa cantata, nella versione originale, da Maurice Chevalier. La musica è soprattutto intradiegetica ed è densa di riferimenti colti: sono classiche le note suonate al piano dal piccolo Bizet - che già dal nome omaggia il noto compositore - e quelle ascoltate, amate e cantate dagli Aristogatti con la loro affezionata padrona. Ma il brusco confronto con la strada, a cui questi micetti sofisticati e altolocati non sono per niente abituati, farà scoprire loro un genere musicale innovativo e travolgente: il jazz, che sta portando scompiglio nella romantica e raffinata Parigi di inizio Novecento, elegante e suggestiva cornice del racconto, colta nel vivo della Belle Epoque. Il cuore del film, e la sua parte più riuscita, coincide con l'esibizione del quartetto di gatti amici di Romeo, gli Scat Cat, che improvvisano, in una sequenza dai colori psichedelici, una trascinante "Tutti quanti voglion fare il jazz", martellante ritornello del film.
Irresistibili sono anche alcuni personaggi. Su tutti svetta Romeo, "Er mejo der Colosseo", il gattone dalle chiare origini romane, un po' grezzo ma dalla battuta pronta e il savoire faire galante. E poi le esilaranti oche sorelle, Adelina e Guendalina Bla Bla, riuscitissime macchiette dall'accento inglese. L'incontro tra animali randagi e addomesticati produce una grande solidarietà: come in ogni classico Disney, anche qui la promozione dei buoni sentimenti e del buon esempio ha molto valore. Con quel pizzico di romanticismo che non guasta mai.