Ricordate Speed, il primo film che ribaltò il concetto di velocità (fino ad allora simbolo di libertà e in quel caso condizione obbligatoria per non morire)? Se lo avete apprezzato dovreste vedere Eagle Eye. Con una doverosa premessa: per i primi cinquanta minuti non cercate di capire 'il perché' o il 'come'. Vi togliereste il piacere adrenalinico di accadimenti uno più improbabile dell'altro ma tutti altamente spettacolari. Ci penserà poi la sceneggiatura a fornire motivazioni (?) e contenuti sociopolitici alla vicenda. Ma questo è un elemento quasi secondario e, direi, abbastanza fastidioso.
Perché ogni tanto al cinema è bello potersi lasciare andare a non pensare alla consequenzialità e credibilità narrative e riconquistare il piacere infantile dell'azione iperbolica. D.J. Caruso, che con La Beouf aveva già lavorato in Disturbia, non si preoccupa troppo né della sua prestazione né di quella di Michelle Monaghan. Non debbono recitare, debbono correre contro il tempo.