Commedia romantica corale, Mother's Day fa pienamente sua l'estetica blockbuster: narrativa senza asperità, trionfante exploitation divistica, centrifuga di citazioni smaltate. Dopo Pretty Woman, Appuntamento con l'amore, Capodanno a New York, Garry Marshall, specialista del genere, firma un'altra sfilata di cuori ardenti e una galleria di star (Julia Roberts, Jennifer Aniston, Kate Hudson, Jason Sudeikis, Jennifer Garner, Héctor Elizondo, Robert Pine), a cui offre una chance e una generosa porzione d'amore. A questo giro di favola la cornice è il 'mother's day', il motore il cuore delle mamme che attendono la ricorrenza per fare il punto delle loro vite e delle loro relazioni con prole, mariti e genitori. Perché le mamme non smettono mai di essere figlie di mamme che non cercano più o di mamme che continuano a cercare.
Contro o abbandonate, le protagoniste di Marshall avanzano nella vita e verso l'happy ending senza incrinare mai la glassata piacevolezza di una commedia gioiosa e illuminata da Jennifer Aniston, l'amatissima Rachel Green di Friends, di cui l'attrice riproduce le gaffe e i pasticci, rinnovando un contratto affettivo col pubblico. Indimenticabile stella del divismo televisivo, la Aniston, pom-pom girl, aliena telepatica o madre di famiglia, resta legata al ruolo che l'ha rivelata incarnando per sempre la 'ragazza' della porta accanto, la vicina frivola e amabile con cui condividere volentieri caffè e confidenze.
Riconfermata è pure la brillante fotogenia di Julia Roberts, pretty girl di Garry Marshall che ancora una volta la introduce in scena con falcate folgoranti e gambe nude. Tra le 'mammine care' (nel senso del cachet) e la loro svettante presenza si insinuano i volti e il talento fresco di Britt Robertson e Jack Whitehall che resistano al matrimonio ma poi convolano a nozze tra un motto di spirito e un brindisi al pub. Di essenza corale e semplificazione estrema della formula romantico-familiare, Mother's Day si svolge ad Atlanta e promette una felicità essenzialmente borghese. Tra affettazione e ricerca di consenso, la nuova commedia di Marshall miscela cliché per distillare alla fine un categorico e (s)confortante messaggio: di mamma ce n'è una sola. Che vi approvi o disapprovi, vi accolga o abbandoni, vi voglia per sé o vi condivida, viva solo per voi o sia incurante, la mamma ha sempre 'buone intenzioni' e un amore incondizionato, almeno fino a quando osservate il tipo di vita che ha sognato per voi. Ma siamo pur sempre in una commedia di Garry Marshall, che converte il disagio in bailamme e il maternage in caricatura, conciliando madre e figli su un carrozzone senza freni.