Sex drive in inglese indica ciò che internazionalmente chiamiamo libido, l'impulso sessuale che (dis)orienta l'inconscio dell'uomo. Al di là di ogni possibile speculazione psicanalitica, Sex Drive è anche il titolo originale di questo film che gioca sul doppio senso di "drive" per trasformare letteralmente l'impulso sessuale nel motore di un road movie alla ricerca del principio del (primo) piacere.
Ma, a differenza di altri tipici racconti goliardici sull'iniziazione sessuale di giovani loser, Sex Movie pare essere scritto meno sotto dettatura ormonale che da una qualche intelligenza cinematografica. In questo nuovo, ennesimo tassello di un filone assieme greve e leggero, spregiudicato e conservatore, c'è da notare la volontà di trattenere le redini e dispensare l'ordinaria dose di turpiloquio, imbarazzi e prurigine mantenendoli entro i limiti dell'umana sensibilità. Il che costituisce senza dubbio un pregio, considerando il più recente panorama del genere e il fondo nel quale continua da tempo a scavare, ma anche un limite, se si considera che le ambizioni di Sex Movie sono un po' più alte della media del teen movie americano.
Man mano che il film persegue la sua strada e le tappe del suo viaggio, l'iniziazione sessuale del giovane Ian diviene un quadro abbastanza complesso di situazioni paradossali e personaggi bizzarri, che finiscono col diventare un patchwork di sequenze vivaci ma risapute.
Ovviamente, l'ossessione della perdita della verginità pre-college e il mito del road trip hanno dei referenti precisi, ma anche il furto di una macchina d'epoca, gli incontri con autostoppisti pazzi, le famiglie zotiche, gli amish libertini e i gruppi pro-astinenza sessuale, stimolano svariate reminiscenze legate al genere.
Un viaggio, come detto, entro i limiti di velocità, e accompagnato da una sottotrama sentimentale che alla fine fa apparire il film poco più di una commedia romantica adolescenziale sotto cura ormonale.