"Come può uno scoglio" si propone come una commedia che, pur cercando di strappare risate, finisce per offrire un umorismo che risulta **troppo sciocco e artificiale**.
La comicità, anziché scaturire da un genuino spirito di osservazione, sembra essere il risultato di tentativi goffi e prevedibili, che non riescono a mascherare la loro mancanza di autenticità. Le battute, piuttosto che fluire naturalmente, appaiono come inserite con forza, lasciando lo spettatore con la sensazione di un divertimento **troppo costruito e poco sincero**.
In questo contesto, sorprendentemente, sono gli _attori secondari_ a brillare, superando i protagonisti in termini di presenza scenica e capacità interpretativa. Questi talenti dovrebbero essere (da come il regista li mostra) minori e di contesto ,invece, _a mio avviso_, portano **una ventata di freschezza e autenticità** che contrasta con la performance a volte **troppo caricaturale** e meno convincente di Pio e Amedeo. La loro abilità nel dare vita ai personaggi secondari, spesso con poche battute o scene, dimostra che a volte _meno è più_, e che la qualità dell'interpretazione non dipende dal tempo di schermo o **dalla fama**.
> **In definitiva**
"Come può uno scoglio" è un film che, nonostante alcune premesse promettenti, delude per la sua incapacità di offrire una comicità di sostanza e per la mancanza di equilibrio tra i membri del cast.
Il risultato è una commedia che, pur avendo l'ambizione di far ridere, si perde in un mare di tentativi falliti e di opportunità mancate.