Tempi di vacche magre in casa Disney. Battute a parte, il sistematico e continuo annientamento dell'animazione bidimensionale, oggetto del killeraggio dei film a tre dimensioni, è dovuto in maniera oramai evidente all'aridità creativa degli sceneggiatori, incapaci di ideare storie avvincenti e personaggi memorabili. Mucche alla Riscossa, rientra nel novero delle pellicole di animazione (abbastanza) divertenti, simpatiche, carine ma assolutamente non indimenticabili.
Il film si presenta come ibrido e forse compromesso, tra due nature diametralmente opposte, ponendosi a metà tra Le follie dell'imperatore (piccolo e misconosciuto cult), di cui imita e riprende lo stile grafico irregolare e scarno, alla Hanna & Barbera, ed i grandi classici del passato, con le loro ridondanze musicali, le canzoncine e motivetti che, da qualche tempo, sembravano essere state messe in un angolo. Quello che lascia perplessi è lo spreco di materiale a disposizione: l'ambientazione western e la storia, semplice ma efficace, avrebbero potuto dare origine ad una sequela ininterrotta di gag, slapstick e battute a raffica, mentre alla fine degli 85 minuti di proiezione, ci si alza con l'impressione di aver assistito al film Disney meno brillante di sempre.
Mucche alla riscossa mette alla berlina il vero problema della Disney degli ultimi anni: quello di non riuscire più a creare personaggi di spessore tale da sopravvenire ai film, di cui sono essi stessi protagonisti.