Il contrasto, a ben vedere, non è dunque fra la sua natura di "cattivo" e la necessità "sociale" di rimanere dalla parte dei buoni, quanto fra la sua volontà di assumere un ruolo adulto nella vita e l'impulso di tornare a lanciarsi in avventure adolescenziali alla Peter Pan. Se infatti ufficialmente è Dru quello che rifiuta di diventare grande, in realtà la battaglia avviene tutta all'interno di Gru, ex scapolone un tempo libero di esprimere tutte le proprie valenze negative, e ora invece "confinato" dalla parte del Bene.
La doppia ottica dell'assunzione di responsabilità adulta, e nello specifico genitoriale, che riguarda sia Gru che Lucy, è una chiara scelta, da parte della produzione, di includere nella visione il pubblico adulto. Anche il cattivo ufficiale della storia, il bambino mal cresciuto Balthazar Bratt, serve a inserire nella storia l'elemento nostalgico: solo i genitori (e i nonni!) degli spettatori più giovani riconosceranno certe mosse di break dancing, certe spalline imbottite e certi improbabili tagli di capelli, così come la keytar, il floppy e il Walkman. La colonna sonora poi è una compilation anni '80 che va da Madonna a Olivia Newton John, da "99 Luftballoons" a "Take on me". A farne le spese, in termini di spazio filmico, sono i Minion, che questa volta hanno meno opportunità per far sbellicare grandi, ma soprattutto piccini, davanti alle loro trovate e al loro esilarante Esperanto. Cattivissimo Me 3 è un sequel riuscito, coerente, ricco di inventiva e di evoluzioni acrobatiche mozzafiato, ma al prossimo giro dateci più Minion, e meno vintage.