I suoi alunni uccidono sua figlia. Avrà la sua vendetta.
Giappone. Attraverso i racconti dei personaggi, si snoda la vendetta di una maestra di scuola che perde la figlia a causa della violenza di alcuni suoi allievi.
Kyoto, periodo Heian. Un boscaiolo, un monaco e un vagabondo si interrogano su una vicenda, l'assassinio di un samurai e lo stupro di sua moglie per mano del bandito Tajômaru, che li ha coinvolti come testimoni. Mentre si susseguono le dichiarazioni dei protagonisti davanti a un tribunale sulla loro versione dei fatti, la verità anziché emergere sembra vieppiù allontanarsi. In un Giappone ancora dilaniato dai lasciti del dopoguerra, Kurosawa Akira ritorna a un'altra epoca di morte e sofferenza, quel periodo Heian in cui di fronte alla porta del tempio di Rashô non scorrevano che sangue, violenza e frode.
I giovani giapponesi sono troppo esagitati. Per disciplinarli viene emanato il Battle Royale Act: ogni anno una scolaresca viene estratta a sorte e catapultata su un'isola deserta. Sorvegliati dal prof. Takeshi e da un nucleo militare, gli studenti si giocano la "battaglia reale": ognuno riceve un'arma diversa, che sia un bazooka o una pinza per le ciglia, e si dà alla macchia. Scopo del gioco: eliminare tutti gli altri entro tre giorni. Regole: nessuna.
Dopo uno dei loro furti, Osamu e suo figlio si imbattono in una ragazzina in mezzo ad un freddo glaciale. Dapprima riluttante ad accoglierla, la moglie di Osamu acconsente ad occuparsi di lei dopo aver appreso le difficoltà che la aspettano. Benché la famiglia sia così povera da riuscire a malapena a sopravvivere commettendo piccoli reati, sembrano vivere felici insieme finché un incidente imprevisto porta alla luce segreti nascosti che mettono alla prova i legami che li uniscono.
Nel XVII secolo un samurai vagabondo arriva in un villaggio insanguinato dalla guerra tra due clan e, con machiavellica strategia, diventa l'ago della bilancia mettendo gli uni contro gli altri. Splendido film d'azione in chiave ironica e di ritmo snello, ma anche limpida parabola sulla cupidigia del denaro con risvolti ironici e una lontana parentela con Goldoni (Arlecchino servitore di due padroni). Yojimbo (che significa "guardia del corpo") è il modello su cui Sergio Leone ricalcò Per un pugno di dollari e Walter Hill Ancora vivo. Ma, forse, all'origine di tutto c'è Red Harvest (Piombo e sangue, 1929) di Dashiell Hammett.
Un avvocato decide di chiudersi in un silenzio di protesta dopo la morte della moglie e della figlia. Farà di tutto per scoprire chi le ha uccise per dare spazio alla sua sete di vendetta.
Brightburn, Kansas. Tori e Kyle Breyer sono una coppia che cerca invano di avere un figlio, pur dedicandosi al tentativo con impegno e convinzione. Una notte, qualcosa precipita nei pressi della loro fattoria. Detto fatto, i Breyer hanno un figlio, al quale danno il nome di Brandon. Anni dopo, Brandon ha dodici anni ed è un bambino introverso e particolare. A scuola è bravo, ma non proprio popolare tra i compagni. Inoltre, Brandon sembra attirato da qualcosa che si trova nel sotterraneo di una rimessa della fattoria di famiglia. Ma sembra anche avere una forza insospettata, di cui lui stesso si sorprende per primo. Tori comincia a preoccuparsi e cerca supporto psicologico per Brandon. In realtà, le cose sono molto più complesse: Brandon prende coscienza dei suoi super poteri e di non essere per niente normale. Comincia perciò ad agire come un super eroe, ma da ciò conseguono problemi seri per tutti.
Stati Uniti d'America, 1970. Jack è un ingegnere psicopatico con tendenze ossessivo-compulsive. Dopo aver ammazzato una donna che gli aveva chiesto soccorso per strada, si convince di dover continuare ad uccidere per raggiungere la perfezione. Ogni suo omicidio deve essere un'opera d'arte: sempre più complessa e ingegnosa. Inizia così una partita a scacchi contro la polizia, lunga dodici anni, condotta dal più astuto e spietato omicida seriale.
La storia del film si sviluppa intorno ad un romanziere di cronaca nera che fatica a trovare uno scoop. Così decide di trasferirsi con moglie e figli in una casa dove ha avuto luogo l'orribile assassinio di una intera famiglia. Ma, dopo aver trovato in una scatola alcune videocasette che mostrano i brutali omicidi di altre famiglie, la sua indagine lo porterà alla scoperta di un'entità soprannaturale che sta minacciando anche i suoi familiari.
Sayra, un'adolescente nata in Honduras, sogna un futuro migliore. La sua speranza è tutta riposta nel sogno americano. La ragazza decide infatti di cercare una via che le permetta di iniziare una nuova vita negli Stati Uniti. La prima cosa da fare è un lungo viaggio attraverso il Messico, insieme a Smiley, Casper e gli altri membri della sua gang. La strada però si rivela irta di pericoli e di incontri inaspettati.
Nel 1931 Fritz Lang gira M - Il mostro di Dusseldorf (suo primo film sonoro), in cui un ignoto assassino violenta e uccide numerose bambine senza lasciare alcuna traccia. Nella città viene organizzata una fitta rete di ricerche a cui partecipano anche i mendicanti e i criminali. Così si scopre il primo indizio: l'assassino quando avvicina le vittime fischietta un macabro motivo, tratto dal Peer Gynt di Grieg. Presto il mostro viene individuato da un venditore di palloncini che riesce con un gesso a segnargli sulle spalle una grande M (che sta per Morder, assassino).
Ronnie e Alice, accusate dell'omicidio di un bambino quando avevano solo undici anni, vivono in detenzione fino alla maggiore età. Mentre le due tentano di vivere la loro vita superando il trauma del carcere minorile, i bambini cominciano di nuovo a sparire e la polizia sospetta ancora una volta di Ronnie e Alice. Nel frattempo il mistero intorno al primo omicidio ancora non si è diradato.
Un aereo si schianta nel mezzo dell'Oceano Pacifico: una ventina di ragazzini inglesi, sopravvissuti al naufragio, tentano di organizzarsi la vita su un isola deserta. Ben presto però il gruppo si spacca in due bande rivali e piano piano l'ordine razionalista col quale i bambini avevano tentato di risolvere i problemi quotidiani viene insediato da istinti selvaggi incontrollabili. Portando sullo schermo il romanzo omonimo di William Golding il regista teatrale Brook si cimenta nell'ardua impresa di evocare l'universo malvagio e malato dello scrittore inglese: non sempre è all'altezza del compito.