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Die Hard - Un buon giorno per morire - A Good Day to Die Hard (2013)

Die Hard - Un buon giorno per morire (2013)

A Good Day to Die Hard
98 minutes EN Azione , Thriller
Tale padre. Tale figlio. Stesso inferno.
McClane arriva a Mosca per rintracciare il figlio che non vede da tempo, Jack (Jai Courtney), ma rimane stupito quando scopre che lui lavora sotto copertura per proteggere un informatore del governo, Komarov. Con la loro vita appesa a un filo, i McClane sono costretti a superare ogni contrasto per portare al sicuro Komarov e impedire un crimine disastroso nel luogo più desolato sulla faccia della Terra, Chernobyl.
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Reviews and opinions - Die Hard - Un buon giorno per morire - A Good Day to Die Hard (2013)
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In ogni caso prima di vedere il film è utile, anzi necessaria, un'avvertenza: questo capitolo è meglio del penultimo, ma peggiore degli altri. Quindi non c'è da esaltarsi: il giovane coprotagonista ha il carisma di una sagoma da poligono, il regista John Moore, dopo il discreto esordio di Dietro le linee nemiche è andato sempre peggiorando. E qui la mediocrità di entrambi si fa sentire. Il punto è che la saga di Die Hard è qualcosa che va oltre la critica cinematografica, è uno tra i pochi fenomeni di genere e generazionali che ha creato dei discepoli, prima ancora che degli appassionati. E per loro conta solo che Bruce Willis sia in forma, con un'arma carica in pugno e la battuta sempre pronta. Hippy ya ye compreso, anche se pronunciato una volta sola.
Fa niente se le scene d'azione sono tutte coreografia, macchine generosamente devastate, salti attraverso i vetri e schemi militari tanto elementari quanto già visti. Non puoi non divertirti con John McClane che ripete ossessivamente di essere in vacanza, con i simboli del comunismo che fermano il tempo (l'Aeroflot all'inizio, la statua di Lenin che guarda le esplosioni provocate dagli americani, il mercenario con la sigla CCCP tatuata sulla schiena), con i nomi dei nemici storpiati di proposito. Sarà anche il grado zero dell'intrattenimento action, ma il buon John ci conquistò proprio così in quel grattacielo - anche grazie al grande McTiernan - e continua a farsi voler bene anche per questo. Sarà, forse, perché rimarrà sempre l'ultimo boyscout. Il consiglio, quindi, è di godervelo nel caso amiate la saga e il suo (anti)eroe, altrimenti non ne apprezzerete la regia di (scarso) servizio né la sceneggiatura striminzita.
A chi, invece, avesse intenzione di regalarci altri capitoli della storia di questo sbirro duro e puro, il consiglio è di lasciarlo solo, com'è sempre stato. McClane non è fatto per avere un partner, men che mai un figlio non alla sua altezza.

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