I film numero due dopo il successo del primo sono sempre a rischio fallimento. Un rischio che si fa ancora più minaccioso se già l'antesignano non era originale ma si rifaceva a una serie tv non recentissima. Phil Lord e Christopher Miller hanno sfidato la sorte e rappresentano una piacevole eccezione. Dalla loro parte stava la sicurezza di potersi affidare a una coppia assolutamente rodata come quella formata da Jonah Hill e Channing Tatum. I due sono consapevoli di potersi caricare sulle spalle il peso (che sanno far diventare leggero) di numerose coppie del cinema comico di tutti i tempi. Sono a tratti Oliver e Hardy (ivi compreso quando vengono loro attribuite tendenze omo) ma sanno trasferirsi nei panni della comicità più grezza di Abbot e Costello fino a sfiorare l'iperattività funambolica dei Blues Brothers.
Lord e Miller chiedono infatti alle loro star di sapersi confrontare con situazioni e ritmi narrativi molto diversi tra loro. Dal prologo esilarante si passa a una sorta di copia conforme (accuratamente ribadita) del film precedente per poi svariare dalle gag più veloci alla presa in giro degli action movie più esagerati non avendo timore di toccare livelli alti (anche sul piano dei dialoghi) per poi abbassarsi fino a una volgarità per nulla politically correct.
Tutto questo quasi senza cedimenti e comunque con la consapevolezza di avere a disposizione quel colpo di reni capace di far ripartire anche una situazione parzialmente stagnante. Al loro fianco troviamo un Ice Cube perfettamente a suo agio nel ruolo dell'iracondo capitano Dickson a cui, in questa occasione, viene fornito un motivo in più per prendersela con i due malcapitati sottoposti. Per le cui avventure si può anche prevedere una terza opportunità.