La genesi di "Schwester" nasce dal trauma, in concomitanza con l'intenzione di esplorare le varie sfumature di quest'esperienza attraverso le prospettive dei quattro protagonisti. Ciascuno di essi affronta il trauma in modo individuale, manifestando reazioni diverse quali il desiderio di oblio, la pervasiva presenza di rabbia e di tristezza e l'esteriorizzazione a tal punto da distorcere i ricordi. Contrariamente a consolidare un legame tra i fratelli, il trauma condiviso si rivela come una forza di separazione, incrinando il piano emotivo e allontanandoli reciprocamente. Si pone pertanto la riflessione cruciale: quanto si è disposti a sopportare al fine di liberarsi da un passato doloroso e porre un termine a tale sofferenza?
Amaranta è una signora malata di demenza senile. Dopo un incontro con la figlia, incominciano a manifestarsi i suoi primi momenti di défaillance. Dopo alcuni episodi di défaillance, Amaranta si siede al tavolo della sua cucina e, sfogliando santini di persone morte, decide di dare a loro memoria facendo tanti mazzi di fiori. Amaranta si dimentica però del gesto che rimane incompiuto, in una casa che si svuota e si riempie di polvere.
Il prototipo [TEST TYPE • 154] è una sofisticatissima intelligenza artificiale, la quale è in grado di acquisire autonomamente nozioni dall’ambiente che la circonda e - eventualmente - sviluppare autonomia di pensiero. Data la natura quasi umana delle sue capacità di apprendimento, il laboratorio che l’ha programmata assume un maestro d’asilo, chiedendogli di istruire la macchina come fosse un bambino appena nato. Il processo di apprendimento - che si svolge nell’arco di 7 giorni - si fa a lungo andare sempre più insidioso, ponendo un curioso quanto cruciale problema: può esistere una forma di pensiero autonomo che escluda l’emotività?